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La Fnsi parte civile contro Nardulli e Castellino: ma le vittime non sono iscritti


Il Gruppo Gedi, che edita tra gli altri il settimanale “L’Espresso”, è stato ammesso come parte civile al processo contro Vincenzo Nardulli, esponente di avanguardia nazionale e il leader romano di Forza Nuova, Giuliano Castellino, arrestati con l’accusa di lesioni, rapina e minacce per l’aggressione ai giornalisti, dell’Espresso Federico Marconi e Paolo Marchetti, avvenuta nel cimitero del Verano, nella Capitale, il 7 gennaio scorso. Nell’udienza di oggi sono state ammesse come parti civili anche la Federazione nazionale della stampa (Fnsi) e Ossigeno per l’informazione. Presenti a piazzale Clodio, tra gli altri, Beppe Giulietti, Vittorio Di Trapani, segretario nazionale Usigrai e il vicedirettore dell’Espresso, Lirio Abbate. 
“È una decisione importante, perché è la seconda volta, dopo il processo Rocchelli a Pavia, che un tribunale riconosce la Fnsi come parte civile. Una decisione importante anche perché i due cronisti non sono iscritti all’ordine e al sindacato. Questo significa che il tribunale ha riconosciuto in pieno l’articolo 21 della Costituzione. Ringraziamo anche l’avvocato Giulio Vasaturo, e le numerose associazioni presenti. È fondamentale non lasciare soli cronisti colpiti e minacciati”. 
Lo hanno detto il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti e il segretario nazionale Usigrai, Vittorio Di Trapani (oggi in aula come segretario aggiunto della Fnsi), in relazione alla decisione del tribunale di Roma che ha ammesso L’Espresso e la Fnsi come parti civili al processo contro due militanti di estrema destra che avevano aggredito e picchiato, il 7 gennaio scorso, i due giornalisti dell’Espresso Federico Marconi e Paolo Marchetti. 

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