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Magnetta: caro Giacinto, hai toppato. Ma mi commuove il tuo pensiero

Mimmo Magnetta mi ha fatto pervenire una lettera di precisazione sulla recensione della sua autobiografia, postata qualche mese. La pubblichiamo con piacere:

Caro Giacinto Reale, non ci conosciamo, ma, vista la tua recensione sul mio libro Una vita in Avanguardia Nazionale, consentimi alcune precisazioni che potrebbero servirti a meglio comprendere "alcuni passaggi".
Comprendere quello che io (e altri ) ho vissuto e che ho tentato (non sono abituato a scrivere, questo è il mio primo libro) di mettere nero su bianco dopo soli 40 anni e più di vita.
Tu, Giacinto, spieghi nella tua recensione che ti sei letto per "sfizio" in contemporanea il mio e quello di Adriano Tilgher sulle nostre Avanguardie. E, a tuo dire, li hai trovati come 2 libri che parlano di 2 realtà diverse.
TI POSSO ASSICURARE CHE NON È COSÌ.
Io e Adriano (e ti assicuro che non ci siamo messi d'accordo per scriverli e pubblicarli quasi in contemporanea) nelle nostre AVANGUARDIA parliamo della stesso MOVIMENTO.
Per mera questione anagrafica, caratteriale e di periodo vissuto Adriano descrive l'Avanguardia, quella politica che assieme al sottoscritto ha attratto tanti giovani.
IO A QUELLA ADERII. Giustamente ne ha parlato e scritto Adriano assieme a Stefano e tanti altri che l'hanno, con passione, costruita. Io ero troppo piccolo e ho fatto in tempo a viverLa per soli 4 anni prima che venisse sciolta.
Il proseguimento della Avanguardia, con titolo avendola vissuta, la descrivo io.
E parlo di progetti politici e di sogni, illusioni e delusioni che ho condiviso con tanti altri camerati giovani come me al tempo. Questo è quanto nella mia Avanguardia dal 1972, quella a cui ho contribuito con la vita, mi ha, con gioia e dedizione totale, guidato.
LA PARANOIA NO!
Quella, a noi avanguardisti, non apparteneva .
Io devo ad AVANGUARDIA, e un po' alla mia modesta famiglia, EDUCAZIONE E STILE.
Grazie a ciò, a quanto trasmessomi, ogni mio singolo pensiero e ogni mia singola azione è stata ed è sempre dettata dalla valutazione politica.
Ti leggo intenso e attivo produttore di analisi sul mondo della destra radicale e sui suoi appartenenti, ma sul sottoscritto hai toppato.
Vedi, Giacinto, chi è appartenuto ad AVANGUARDIA ha acquisito un marchio, una stigmate che lo accompagnerà per tutta la vita: avere vissuto Avanguardia è una condizione che prosegue.
Prosegue con la trasmissione ad altri, ai giovani di quello che si può e si deve fare.
Io ritengo che ogni respiro che emetto è politico. Politico ho cominciato a esserlo nel lontano 1972 quando varcai la soglia della sede milanese di Avanguardia e conobbi Adriano. Politico sono ancor oggi.
Ho letto nella conclusione della tua recensione su "La mia Avanguardia " di Adriano (a cui io ho fatto da moderatore alla presentazione alla RITTER a Milano) che la lucidità politica e le guide dettate dal Manuale (io lo chiamo così) di Avanguardia Nazionale sono così attuali, anche oggi, che tu speri che quanto scritto si avveri, si realizzi.
Beh, MI COMMUOVE IL TUO PENSIERO.
Dalla tua foto su fb vedo che sei vicino come età ad Adriano e sentirti esprimere ancora certi pensieri e speranze mi colpisce.
Comunque dovrò venire in Puglia e prendere un caffè con te mi farebbe piacere. Cordialità. Mimmo Magnetta

PS : Un semplice ambulante, nonostante il tuo mal celato disprezzo, al Nord viene percepito come un imprenditore perché deve rischiare nell’acquisto dei prodotti tanto quanto un buyer qualsiasi della Grande Distribuzione Organizzata. 
Senza considerare il posizionamento del prodotto sia fisico che per il prezzo, e qui non so se è un concetto per te accessibile, ma, se hai difficoltà, chiedi pure a un esperto di marketing di una qualsiasi catena di supermercati, dove il posizionamento negli scaffali viene ritenuto fondamentale e dove i target di prezzo vengono studiati rispetto alla fascia di consumo mirata. 
 Prova ad approfondire queste tematiche, se vuoi, posso aiutarti, così scoprirai un mondo diverso rispetto a una carriera nella Pubblica Amministrazione. Quindi, se sono riuscito a spiegarmi, io a Milano vengo vissuto come un imprenditore, figlio di imprenditori, e certo questo mi ha comportato degli innegabili vantaggi nella considerazione di molti leghisti che, te lo riconosco, farebbero molta più fatica a capire uno come te, e quindi riconosco anche il tuo astio. 
Poi ci deve essere stato un minimo di capacità organizzative a me riconosciute, se hanno lasciato a me la sfida con Bruxelles su una legge iniqua, che ne dici?? In definitiva, non hanno mai visto in me un seguace di Tatarella (lo cito per via delle comuni Puglie) attento ai privilegi dei baroni universitari, piuttosto che a quelli dei dirigenti di un ente statale o parastatale. Magari, secondo te, dovrei farmene una colpa, o sbaglio ??

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