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I leghisti irpini riesumano il rito del Dio Po

(G.p) Il 13 e 14 luglio nei comuni di Montella e di Cassano Irpino è andata in scena la Prima festa della Rinascita, legati al futuro. Si tratta della prima festa provinciale della Lega Salvini Premier e della Lega Giovani 
Una due giorni caratterizzata da tavole rotonde, dibattiti, confronti che si sono celebrate nella prima giornata presso il Bioparco Fattoria Rosabella di Montella, mentre la seconda giornata di incontri è prevista presso il Palazzo Baronale di Cassano.
Un evento al quale hanno preso parte numerosi esponenti provinciali e regionali del partito impreziosito dalla presenza dell'onorevole Andrea Crippa, da poco nominato vice segretario nazionale della Lega.
Nel pomeriggio di sabato, una delegazioni di giovani e vecchi militanti della Lega ha riesumato un antico rito, molto in voga durante nella Lega guidata dal senatur Umberto Bosso quello del Dio Po.
Infatti, in una preziosa ampolla è stata custodita l'acqua del fiume Calore.
Vedendo questa foto mi è venuta in mente una fotografia di Umberto Bossi al raduno del 1996 a Pian Del Re.
Ventitré anni dopo, la debolezza congenita della Lega è rimasta sempre quella: l'incapacità di inventarsi un mito abbastanza forte da trascendere la pura e semplice rivendicazione politica.
La Padania, nonostante le molte messe in scena, dalla Guardie Padane al Parlamento di Mantova non è mai davvero esista neanche come utopia.
Riesumare, nella verde Irpinia, il rito dell'ampolla, dopo che è stato archiviato definitivamente dal Carroccio nel 2016 mi sembra un clamoroso errore da parte dei leghisti irpini, privi di fantasia.
Quella fantasia al potere, in tempi tristi, di pensiero unico dominante, che sarebbe quanto mai necessaria 


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