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L'Eurasia di Dugin come modello di Europa per sovranisti e populisti: il convegno di Napoli

In un caldo giovedì 13 giugno, nella sala convegni del centro studi Pietro Golia, riempita in ogni ordine di posto, a Napoli si è svolto un convegno dal titolo Quale futuro per l'Europa?
Al tavolo dei relatori c'erano Giuseppe Marro, giornalista e saggista, Luigi Branchini, presidente del Centro Studi Pietro Golia ed il filosofo russo tradizionalista Alexander Dugin.

Dopo aver ringraziato il numeroso pubblico presente in sala, Luigi Branchini ha ricordato la figura di Pietro Golia, intellettuale rigoroso, giornalista ed editore napoletano, fondatore della casa editrice Controcorrente, straordinario animatore culturale, andato oltre il 1 febbraio di due anni fa e la sua idea di Europa, (Europa Nazione Rivoluzione) che non è l'esatto opposto di questa Europa delle banche, delle multinazionali, dei burocrati, del pensiero debole unico dominante.
Luigi Branchini ha inoltre ricordato la figura del collega e senatore Emmidio Novi, populista e sovranista, in tempi non sospetti, autore di un interessante saggio sul populismo intitolato la Rivolta Populista, di cui consiglio una attenta ed approfondita lettura,dove già si parlava delle teorie di Dugin invitando i lettori ad approfondimenti del caso per comprendere un fenomeno complesso e variegato come quello del populismo.
Giuseppe Marro, autore di un saggio introduttivo al libro di Dugin la Teoria del mondo multipolare, ha ricordato ai presenti come la costruzione teorica del filosofo usso parta dalla necessità di reagire alla dittatura globale dell'impero americano e dei suo valori anti tradizionali, rifacendosi agli scritti di Guenon e di Evola e alla loro critica radicale delle basi filosofiche e spirituali della modernità .
Individualismo, liberal democrazia, capitalismo, comunismo sono la causa e non l'effetto della crisi del mondo moderno. Per evitare tale catastrofe, il genere umano deve reagire attuando una vera e propria rivolta contro il mondo moderno ed i suoi tabù. Con la globalizzazione dei valori occidentali, il ricco Nord ha sottratto al resto del mondo, qualsiasi prospettiva di sviluppo, determinando le condizioni propizie all'emergere dell'attuale rivolta populista degli esclusi e dei perdenti impoveriti da quell' 1% che detiene il 99% delle ricchezze.
Il professor Dugin ha ringraziato gli organizzatori dell'incontro per avergli dato la possibilità di vedere Napoli una città bella ed affascinante e per poter parlare liberamente in un importante circolo tradizionalista della città.
Il filosofo russo ha spiegato ai presenti, in un ottimo italiano, la sua idea di un mondo multipolare, che vada a sostituirsi alla unipolarità propugnata dal globalismo di radici anglosassoni.
In quest’ottica, il populismo, il sovranismo diventano alleati naturale di tutti quei Paesi come Russia, Cina, India e Stati Islamici che vogliono trovare un posto degno nel mondo”. Un “nuovo” sistema geopolitico in cui nessuno, nemmeno la Cina, “concepisce il suo modello come universale”.
L’individuazione dell’Eurasia quale regione politica e prima ancora culturale è centrale, e tale resta, nel pensiero di Dugin. Da Lisbona a Vladivostok. 
La Russia in Europa, per il filosofo, non vuol dire indebolimento del continente. Tutt’altro. 
"Vogliamo un’Europa indipendente che ricostituisca la sua sovranità. La civiltà europea occidentale si coniuga alla civiltà russa ortodossa”. Con una importante premessa, relativa al rispetto dell’identità e delle differenze tra ciascuno.








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