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Brescia, ultrà finito in coma: insufficienza di prove per gli otto poliziotti

E' finito con un'assoluzione generale il processo per il pestaggio di Paolo Scaroni. L’ultrà del Brescia, a seguito delle percosse ricevute dalla polizia il 24 settembre 2005, riportò gravi ferite alla testa rimanendo in coma per due mesi e in ospedale per otto per poi essere afflitto da una grave forma di invalidità. La sentenza conferma la responsabilità della polizia nel pestaggio ma non ci sono elementi sufficienti per identificare i responsabili. La formula assolutoria richiama la vecchia insufficienza di prova
Dopo che nel settembre 2016 venne stabilito che Scaroni dovesse essere risarcito con 1,4 milioni di euro nelle scorse ore la procura generale di Venezia aveva chiesto 7 anni di carcere per gli otto poliziotti della Celere di Bologna che si resero protagonisti del pestaggio.
Per il sostituto procuratore generale Paola Cameran c'erano tutte le prove per condannare gli otto agenti. Per rafforzare la propria ricostruzione la procura generale di Venezia ha portato in aula anche la mappa della stazione di Verona sostenendo che i poliziotti finiti alla sbarra, vista la loro posizione nello scalo ferroviario, non possono non essere i responsabili del pestaggio.  
 

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