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Torre del Greco, voti comprati. Un arrestato coinvolge il sindaco



(Carlo Alberto Paolino) L’attuale sindaco di Torre del Greco (Napoli), Giovanni Palomba - che non risulta indagato - viene chiamato in causa da Giovanni Massella, una delle 4 persone finite oggi in carcere nell’ambito dell’inchiesta sul voto di scambio alle ultime amministrative (2018) a Torre del Greco, in provincia di Napoli.
Parlando con gli inquirenti della Procura di Torre Annunziata, Massella riferisce che il figlio Ciro e Andreina Vivace, entrambi assunti come netturbini dell’azienda di nettezza urbana Gema, si erano recati dal sindaco Palomba dopo la pubblicazione di una video inchiesta giornalistica che aveva come oggetto proprio la compravendita di voti.
In quell’occasione, ha riferito Massella ai pm, il sindaco avrebbe rassicurato i due promettendo loro la copertura delle spese processuali qualora la coppia fosse stata raggiunta
dall’inchiesta.  Agli atti dell’inchiesta risultano inoltre le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia secondo il quale in campagna elettorale sarebbero stati venduti voti anche per l’attuale sindaco.

Voti comprati per 20 euro.  Lo sdegno di Raiola(CasaPound)

Dalle prime ore di martedì 2 aprile i carabinieri della compagnia di Torre del Greco stanno dando esecuzione a ben 14 misure cautelari emesse dal giudice per le indagini preliminari di Torre Annunziata nei confronti di altrettanti indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata al voto di scambio elettorale, voto di scambio elettorale, attentati contro i diritti politici del cittadino, rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio, favoreggiamento, detenzione illegale di armi da sparo comuni e da guerra.
Nel corso di approfondite e scrupolose indagini coordinate dalla Procura di Torre Annunziata i militari dell’Arma hanno scoperto l’esistenza di un sodalizio criminale attivo a Torre del Greco che in occasione delle elezioni amministrative del 2018 aveva acquistato voti in cambio di somme tra i 20 e i 35 euro, o di generi alimentari, o promettendo posti di lavoro previsti da un progetto regionale.
I due consiglieri coinvolti sono Stefano Abilitato finito agli arresti domiciliari, e Ciro Piccirillo, per il quale è scattata la misura del divieto di dimora. Il primo avrebbe partecipato alla gestione delle assunzioni dei netturbini che avrebbero beneficiato di un impiego a tempo determinato per il consorzio Gema, tramite l'agenzia interinale Da.Dif Consulting e lo sfruttamento di Garanzia Giovani, a pochissimi giorni dalla corsa alle urne. Il ruolo del secondo, poliziotto, è legato principalmente alla rivelazione dell'inchiesta agli indagati. Stefano Abilitato ha chiuso l'ultima campagna elettorale di Torre del Greco collezionando 927 voti. Broker assicurativo, già consigliere comunale, ex Forza Italia, era candidato con la lista civica «Il Cittadino» a sostegno del neo sindaco Giovanni Palomba. Ciro Piccirillo, invece, è al suo terzo mandato consiliare consecutivo.
A commentare questo caso di corruzione elettorale avvenuto alle ultime comunali di Torre del Greco, popoloso comune della città metropolitana di Napoli è Ferdinando Raiola, coordinatore regionale di CasaPound Italia, candidato a sindaco per il movimento politioc guidato da Simone Di Stefano alle ultime amministrative con un post pubblicato sulla propria pagina Facebook : Quanti ci guardavano con ilarità quando lo scorso anno parlavamo dei famosissimi #20euro.
E questa è solo la punta di un iceberg. I pesci piccoli, che i grossi manco si candidano. Ora bisogna essere chiari: non basta essere puliti, bisogna non essere collusi. Sennò è inutile










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