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Sangue a San Siro. La Digos di Napoli mise in guardia ma Milano non fece niente




Napoli aveva avvisato Milano. Attenzione, c’è un «rischio elevato» di incidenti perché da tempo le due tifoserie sono avversarie. «Da Napoli partiranno 120-150 ultrà della Curva a, tutti fidelizzati. Viaggeranno con auto private e Van ed entreranno a Milano separati per poi ricongiungersi nei pressi dello stadio ed entrare tutti uniti nel settore “ospiti”». 

Così Guido Ruotolo, il grande inviato protagonista di tante inchieste sulla criminalità organizzata, ricostruisce per il Napolista quello che è in tutta evidenza il vero buco nero dell'inchiesta sugli scontri di Santo Stefano, finiti con la morte dell'ultrà varesino Daniele Benardelli.

L’informativa della questura di Napoli arriva a Milano cinque giorni prima della partita Inter-Napoli. Non si accenna a un progetto di assalto agli ultrà interisti, tanto che una volta aggrediti i napoletani si difendono con aste di bandiere e striscioni e le proprie cinture dei pantaloni. C’è tempo per organizzare un sistema di vigilanza e sorveglianza ma il questore di Milano Marcello Cardona non deve aver dato molto credito alla segnalazione degli uomini della Digos di Napoli.

Solo una macchina, «una pattuglia di vigilanza generica», segue il corteo di auto e Van azzurri, tant’è che quando esplodono gli incidenti, quando i centoventi ultrà interisti assaltano il corteo di auto napoletane, la pattuglia si allontana.
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