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Progetto gender nelle scuole di Bari, protesta Generazione Famiglia

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"Contestiamo la volontà del comune di Bari a divulgare nelle scuole il progetto ’Cosa è l’amor’ approvato e finanziato nel 2017 dal Miur ed adottato per richiesta del tavolo tecnico Lgbtq (lesbiche, gay, bisex, trans e queer) nel dicembre 2018 dal Comune attraverso un finanziamento di circa 1400 euro oltre all’acquisto di libretti di supporto che rasentano la pornografia da distribuire nelle scuole superiori.
L’Istituto tecnico Majorana con il nuovo anno li ha già adottati". Lo riferisce all’Adnkronos Emanuela Antonacci, responsabile dell’associazione ’Generazione Famiglia Bari’ che oggi, con i
consiglieri Carrieri e Caradonna e il sostegno dell’associazione Nova Civilitas, ha chiesto in conferenza stampa la revoca della spesa al Comune ed ha annunciato "una interrogazione parlamentare, tramite l’onorevole Marcello Gemmato di Fratelli d’Italia, con cui verrà fatta
chiarezza sulla vicenda, richiedendo anche soluzioni immediate e concrete’.
"Abbiamo trovato su internet i libretti e ci siamo spaventati. Un insieme di nuove didascalie oscene e pruriginose, ennesima colonizzazione ideologica veicolante l’ideologia gender e una visione del sesso inadatta ai minori. Si dice che sono stati distribuiti per combattere le discriminazioni - afferma l’attivista - ma in realtà c’è una trattazione sulla distinzione tra sesso biologico da identità di genere, dunque sesso biologico come un dato quasi indifferente con cui si nasce ma che non dice niente rispetto alla nostra identità sessuale, perché secondo l’ideologia gender sceglieremmo noi
arbitrariamente in base alla nostra percezione e al nostro sentire" chi essere.
Troppo esplicito, prosegue l’Antonacci "anche ciò che riguarda l’autoerotismo a cui sono riservate vere e proprie istruzioni per l’uso al limite della pornografia più spiccia e volgare. Per non parlare poi della visione del sesso, assolutamente staccata da quella sentimentale, elemento questo che per le adolescenti riteniamo sia poco educativo". Secondo quanto riferisce l’attivista anti-gender, infine, il "comune di Bari si nasconde dietro il finanziamento del Miur", per questo abbiamo anche scritto a Bussetti affinché sia rimosso un pamphlet nato dai contributi di Scosse, Arcigay e Link Rete della conoscenza e sia garantita ai genitori la libertà educativa, ormai sotto attacco".

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