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Raid razzista di Bettole, chiuse le indagini. Per il sindaco è una questione personale

Una spedizione punitiva culminata con un attacco incendiario contro una palazzina dove sono ospitati alcuni richiedenti asilo della Costa d’Avorio, avvenuto alcune settimane, avvenuto a Bettola, il piccolo comune montano in provincia di Piacenza noto per aver dato i natali a Pierluigi Bersani. Il sindaco
Paolo Negri, eletto con il centrodestra, non vuole però sentir parlare di paese razzista e parla, sostanzialmente, di una questione personale tra due persone. Le indagini preliminari sono state chiuse in queste ore nei confronti di tre italiani, della zona: hanno 28, 39 e 53 anni.
Le accuse per loro sono tentato incendio, danneggiamento, violazione di domicilio, il tutto con l’aggravante dalle motivazioni razziali. Per uno dei tre il quadro inquisitorio, sempre con la stessa aggravante, è ancora più pesante: lesioni aggravate, porto di oggetti atti all’offesa, violenza privata, ingiurie, minacce, tentato incendio, stalking.
La vicenda risale ai primi giorni di settembre. Il primo episodio aveva visto un migrante colpito all’occhio da una scheggia di vetro, dopo che qualcuno aveva lanciato un oggetto contro la palazzina in cui sono ospitati alcuni richiedenti asilo ivoriani. Successivamente, lo stesso africano aveva rischiato di essere colpito dal lancio di un boccale di birra, mentre camminava nella piazza centrale del paese, per poi essere aggredito a colpi di spranga.
L’ aggressore (pare il 28enne) e altri due amici, la sera stessa, sarebbero andati nella solita palazzina dei migranti gestiti dal Gus di Macerata (Gruppo Umana Solidarietà ). A questo punto avrebbero dato fuoco a un liquido infiammabile gettato su un balcone, pronunciando, in tutte le occasioni, insulti e minacce razziste. Fortunatamente l’incendio è stato subito spento, ma i carabinieri hanno intuito che si trattava di una questione seria. Di qui le indagini che hanno portato all’individuazione dei tre. Ora i difensori hanno venti giorni per chiedere che i propri assistiti vengano ascoltati o per produrre memorie difensive prima che la procura chieda al gip il rinvio a giudizio.
"Bettola non è un paese razzista - dice il sindaco Negri - I miei cittadini sono tutt’altro, sono ospitali e tolleranti: abbiamo accolto sempre tutti, e non è mai accaduto nulla di simile. Si tratta di un atto assolutamente deprecabile: lo scotto però non lo devono pagare tutti i cittadini. Tra due persone c’erano dissapori precedenti che hanno ingenerato i tre episodi. Assimilare i fatti di Bettola a quelli di Macerata non lo trovo corretto e non corrispondente alla realtà  dei fatti".

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