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Marine Le Pen: l'Unione Europea crollerà e ricostruiremo l'Europa

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«Un'Europa à la carte, che tiene conto della diversità e della volontà dei popoli. L'Europa sarà unita perché le persone saranno finalmente rispettate e ascoltate». Così Marine Le Pen intervista dal collega Antonio Rapisarda spiega che cosa si sono messi in testa di fare con Matteo Salvini e gli identitari di tutta Europa.

Intervista che riportiamo fedelmente.

Marine Le Pen, durante il convegno tenuto all’Ugl con Matteo Salvini per disegnare l’Europa “sociale” delle Nazioni, lo ha ripetuto più volte: «Non è l'Europa che rischia di implodere, ma l'Unione europea». Che non bisogna mischiare il sacro con il profano la leader del Rassemblement National lo ribadisce anche nel suo colloquio con Il Tempo: «Non dobbiamo confondere l'Ue con l'Europa, che è una realtà multimillenaria». Ciò che occorre capire, invece, è il meccanismo con il quale «oggi l'Ue distrugge l'idea europea: lo fa attraverso il suo centralismo, il suo autoritarismo e i suoi fallimenti».

Eppure secondo Pierre Moscovici – che parla ormai in tandem con Jean-Claude Juncker per conto della Commissione europea - «l’Europa può implodere» a causa proprio dei vari Marine Le Pen, Salvini e Orban...
«In Francia, conosciamo bene il signor Moscovici che era, si deve dire, un povero ministro dell'Economia. Per quanto riguarda il signor Juncker, vi rimando ai suoi video che dicono molto sulla serietà e la credibilità del personaggio. Tutto questo rappresenta un improbabile “intoppo” che spiega i risultati catastrofici dell'Unione europea: un’istituzione che non ha mai ammesso che ci possa essere un'alternanza, che è un po’ il culmine per una costruzione che pretende di basarsi su valori democratici. Comprendiamo, dunque, il fatto che i leader europei intendono continuare a governare senza essere giudicati. Il nostro diritto di espressione ci consente di dire ai cittadini, però, chi sono i commissari anonimi che li governano. Lo stesso livello del loro argomento, basato su insulto, disprezzo, minaccia, è il segno di un sistema allo sbando. Non ci sbagliamo».


Esiste una cura per ridestare politicamente il Vecchio continente?


«Noi crediamo che saranno le nazioni a salvare l'Europa, a rilanciare la cooperazione libera e viva con progetti concreti: dall’intelligenza artificiale al digitale, fino allo sfruttamento della ricchezza marina. L'organizzazione europea che sosteniamo è un'Europa à la carte, che tiene conto della diversità e della volontà dei popoli. L'Europa sarà unita perché le persone saranno finalmente rispettate e ascoltate».

Emmanuel Macron fa “l’europeista” a parole ma quando si è trattato, ad esempio, di aiutare l’Italia sull’emergenza sbarchi si è voltato dall’altra parte. Eppure, per l’establishment, è lui l’uomo che dovrà “fermare” i sovranisti alle Europee di maggio...Lei che giudizio ha?


«Macron - che è, non dimentichiamolo, un banchiere di affari - è ideologicamente un globalista. È uno che sostiene, ad esempio, che “la cultura francese non esiste”. Per lui, i nostri paesi, Francia e Italia, sono destinati a scomparire nel grande magma del mondo. L'Ue è solo una tappa verso questo obiettivo. Le nostre visioni, quindi, sono diametralmente opposte. Di fronte al progressivo collasso della signora Merkel, Macron si è proposto di cercare di salvare l'Ue dal grande movimento che vede il ritorno dei popoli. Il suo pensiero è proprio quello che i popoli subiscono da anni secondo il quale “l'Ue non funziona, quindi abbiamo bisogno di più Ue!”. Questo ci ricorda gli argomenti sostenuti dagli ultimi sostenitori dei regimi comunisti sovietici. Noi crediamo, invece, nella necessità e nell'inevitabilità dell'alternanza. E il signor Macron non riuscirà a fermare mare con le sue braccia».

La Lega di Salvini – da meno di quattro mesi al governo – è diventata il primo partito in Italia, superando il Movimento 5 Stelle grazie alle risposte che ha dato sui temi dell’immigrazione, della sicurezza e intestandosi la costruzione di un’alternativa a Bruxelles. Se l’aspettava?
«La prima volta che ho incontrato Matteo Salvini era al Parlamento europeo. Sono rimasta subito colpita dalla sua vivacità politica e dalla sua determinazione. L'ho visto riformare il suo movimento con grande intelligenza e grande capacità. Gli italiani hanno in lui uno statista sincero e solido di cui possono essere orgogliosi. Questo è positivo per l'Italia ma anche, come vediamo oggi, per l'Europa».

A che punto è l’operazione del “Rassemblement national”? Oltre al cambio del nome che cosa è mutato?


«Diventando Unione Nazionale, il Fronte Nazionale ha scelto di lanciare una segnale per le alleanze in un momento in cui il divario nazionale/globalista sta sostituendo la vecchia divisione destra-sinistra. Anche per questo motivo la nostra lista alle Europee sarà aperta a personalità che provengono da altri partiti o dalla società civile. Questo messaggio è stato ben compreso dal momento che i sondaggi ci danno, per le elezioni Europee, oltre il 21%, gomito a gomito con la lista di Emmanuel Macron».

I giudici francesi sono arrivati a prescriverle una “perizia psichiatrica” perché ha pubblicato sui social le immagini dell’Isis. In Italia Salvini – da ministro dell’Interno - è indagato per sequestro di persona per avere tutelato i confini. Che segnali sono?


«Si riconosce una democrazia dal suo modo di trattare l'opposizione. Le dittature cercano sempre di ritrarre gli avversari come delinquenti o pazzi. Pensi che in Francia alcuni dei nostri dirigenti sono citati in giudizio per avere esposto cartelli su cui era scritto “Prima i Francesi”. La richiesta del giudice di sottopormi a un’analisi psichiatrica deriva da questo scopo associato a un desiderio malsano di umiliare le persone. Naturalmente non mi sottometterò a questa ingiusta ordinanza. Sia la Rn che la Lega sono stati sottoposti a procedure vergognose, ingiuste e antidemocratiche per alcuni mesi, il cui scopo è ovviamente quello di ostacolare la volontà popolare. Né Matteo né io saremo intimiditi».

Le prime tre riforme se doveste avere voi la maggioranza nell’Europarlamento e in Commissione?


«Il ripristino delle nostre frontiere nazionali, il ritorno di tutti i poteri della commissione al Consiglio di coordinamento degli Stati sovrani e del Parlamento, la rinegoziazione degli accordi di libero scambio».

Chi vedrebbe come prossimo presidente del Parlamento europeo?


«Non è una questione di persone ma di posizionamento politico. Spero che i partiti nazionali possano essere maggioranza in Europa per riformare l'Unione europea e farla evolvere sul mandato di un'organizzazione più democratica, più protettiva nei confronti dei cittadini, più rispettosa della sovranità nazionale, economicamente più efficiente. Credo che sia utile che il nuovo presidente provenga da uno dei nostri movimenti, per accompagnare questa rivoluzione pacifica e democratica in Europa».

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