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Per Enzo Erra le quattro giornate di Napoli non ci furono

(G.p) Secondo la storiografia ufficiale, le quattro giornate di Napoli di cui oggi si festeggia il settantacinquesimo  anniversario ( 27-30 settembre) furono un episodio storico di insurrezione popolare avvenuto nel corso della seconda guerra mondiale attraverso le quale, i civili con l'apporto di militari fedeli al regno del Sud, riuscirono a liberare la città di Napoli dall'occupazione delle forze armate tedesche.


L'avvenimento, grazie al quale la città ebbe conferita la medaglia d'oro al valore militare, consentì alla forze anglo americane di trovare, al loro arrivo, una città già libera dall'occupazione tedesca, grazie alla fattiva collaborazione ed all'eroismo dei cittadini partenopei giunti allo stremo delle proprie forze per la lunga guerra.
I pochi morti tra i "resistenti" e tra i militari dell'esercito tedesco dimostrano, senza ombra di dubbio alcuno, la marginalità degli scontri a Napoli nel quadro generale della seconda guerra mondiale, come afferma il collega Fabrizio Carloni, storica firma del quotidiano Il Roma, dipingendo una realtà differente da quella tramandata dalla storiografia post bellica sui libri di scuola e non solo.
Una realtà differente anche dal film Le Quattro giornate di Napoli di Nanni Loy dove il regista propone al pubblico una vicenda umana, dal forte connotato operaio e popolare nel quale la guerra ai tedeschi invasori si mescola ad un forte desiderio di riscatto economico, sociale, politico.
Sulle quattro giornate di Napoli anche il giornalista e politico Enzo Erra, di cui pochi giorni fa ricorreva il quinto anniversario della sua scomparsa scrisse un interessante libro edito da Longanesi intitolato Le Quattro giornate di Napoli che non ci furono.
Un libro in cui l'autore si domanda se davvero Napoli insorse contro i nazisti nel 1943 e se ci furono le 4 giornate raccontate dalla storia resistenziale ed esaltate in seguito dal cinema?
Facendo sforzo della propria memoria ed aiutato dai ricordi personali di altre persone, comparando testimonianze indirette e dirette, documenti inediti l'autore cerca di rievocare le tre settimane dell'occupazione tedesca, concluse con una ritirata.
Una fuga turbata da scontri disordinati con gruppuscoli partigiani. Sulla verità dei fatti si stende un'altra ombra: a liberazione avvenuta ben 7 mila napoletani presentarono domanda al Ministero degli interni al fine di ottenere la qualifica di patriota con le relative sovvenzioni.

Ero nell’ ultimo camion della colonna tedesca che lasciava Napoli e non ho sentito sparare nemmeno il tappo di una bottiglia. Forse i cosiddetti partigiani, dopo essersi ben assicurati che non ci fosse nemmeno più un teutonico in giro, si sono abbandonati a quattro giorni di festeggiamenti o, peggio, di vendette personali contro persone meno difese di loro”(Enzo Erra, Napoli 1943, le quattro giornate che non ci furono)

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