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Emergenza finita, chiuso il centro migranti. Como senza frontiere e parroci contro la Lega

E’ polemica a Como fra la Chiesa e la Lega sulla decisione di chiudere il centro migranti. Con i movimenti pro-migranti pronti a cogliere l'occasione per inasprire la tensione politica. Domenica scorsa, molti parroci cittadini hanno risposto all'appello della Caritas leggendo durante l’omelia la lettera delle associazioni del volontariato contro la decisione di smantellare il campo di via Regina nel capoluogo lariano.
Martedì scorso 70 ospiti del centro erano stati trasferiti a Settimo Torinese e a Bologna, il giorno dopo l'annuncio del Viminale sulla chiusura. Il deputato leghista e sottosegretario all’Interno Nicola Molteni ha reagito chiedendo un incontro urgente al vescovo di Como. "Non ho mai messo in discussione il ruolo della Diocesi, dei volontari e dalla Caritas, anzi rispetto il loro impegno. Ma non è possibile accettare ingerenze nella politica. Il campo ha sottolineato - era nato per una situazione di emergenza.  Passata la fase critica, che ha comunque comportato la proroga di un anno nell’apertura, era giusto, viste le condizioni attuali, procedere con lo sgombero e la chiusura della struttura. Per mantenere in funzione il campo ci volevano delle motivazioni che nessuno ci ha presentato, e inoltre ha dei costi non indifferenti".
L’associazione Como senza Frontiere ha convocato per stasera, alle 21, nel salone Cna di viale Innocenzo XI, un’assemblea pubblica alla quale ha subito aderito anche il Partito Democratico. Como senza frontiere è l'associazione balzata alla ribalta nazionale per l'incursione non violenta del Veneto Fronte Skinheads nel corso di un'assemblea di gestione, lo scorso novembre.

2 commenti:

  1. Salvini sposta I migranti come si fa in Risiko con I carrarmatini , un grande ! vi fotte in tutte le posizioni un vero ghiottone vizioso

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