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Ricordando Rutilio Sermonti, l'ultimo grande vecchio del fascismo italiano

Alle prime ore del 14 giugno del 2015 andava oltre Rutilio Sermonti, in gioventù combattente della Repubblica Sociale Italiana, dirigente dei Fasci d'Azione rivoluzionaria, fondatore del Movimento Sociale Italiano nel dicembre del 1946, membro del comitato direttivo di Ordine Nuovo, antesignano dei movimenti ecologisti a destra( Fare Verde e Gruppi di Ricerca Ecologica)
In occasione del terzo anniversario della sua morte lo vogliamo ricordare con il "lamento funebre"scritto da Giuseppe Parente.

Con Rutilio Sermonti muore l'ultimo grande vecchio del fascismo italiano.


E’ andato oltre Rutilio Sermonti, mi annuncia un caro amico, sulla posta privata del noto social network. Rutilio Sermonti, nato a Roma, il 18 agosto del 1921 e morto alle prime ore di lunedì 14 giugno 2015 va ricordato come storico, politico e zoologo. Nel 1942, poco più che ventenne partecipò, in qualità di volontario di guerra alla seconda guerra mondiale con il grado di sottoufficiale del Regio Esercito prendendo parte alla campagna dei Balcani. Dopo l’armistizio dell’otto settembre firmato dal maresciallo Badoglio aderì, con slancio ed entusiasmo alla Repubblica Sociale Italiana come ufficiale della 3ª Divisione fanteria di marina "San Marco". Sopravvissuto alla seconda guerra mondiale, si laureò in Giurisprudenza ed esercitò la professione forense dedicandosi alla attività politica. Fu dirigente dei F.A.R. fasci d’azione rivoluzionaria e nel dicembre del 1946 fu tra i fondatori del Movimento Sociale Italiano, partito politico per il quale milita fino al 1954, anno in cui viene nominato Arturo Michelini segretario del partito. Un nuovo segretario ritenuto da Rutilio Sermonti troppo aperto con la Democrazia Cristiana e per questo motivo esce dal partito.
Condivise con Pino Rauti il progetto politico del Centro Studi Ordine Nuovo, del quale fu membro del comitato direttivo fino al 1968, anno in cui rientrò nel Movimento Sociale insieme a Rauti. Fu tra i primi, a destra, ad interessarsi di tematiche ambientali e nel 1971 fu nominato segretario di Fare Verde, organizzazione ambientalista vicina e parallela al Msi. Nei primi anni 80 è nominato presidente dei Gruppi di Ricerca Ecologica.
Rutilio non aderisce ad Alleanza Nazionale rifiutando le tesi liberali e liberisti della svolta di Fiuggi e nel 1995 confluisce nel Movimento Sociale Fiamma Tricolore il cui segretario nazionale era l’antico sodale Pino Rauti. Nella fiamma rautiana rimane poco tempo, poco meno di 2 anni. Successivamente partecipa alla fondazione di un nuovo soggetto politico dell’area della destra identitaria e radicale, il Fronte Nazionale guidato dall’ex presidente di Avanguardia Nazionale Adriano Tilgher. Ancora l'anno scorso era stato candidato alle provinciali di Latina per Forza nuova, movimento nazionalrivoluzionario per cui avevo chiesto sostegno e adesioni.
Rutilio Sermonti fu anche autore di numerosi libri per lo più di carattere storico, dedicandosi inoltre allo studio delle scienze naturali e biologiche. Fu acerrimo nemico delle teorie evoluzionistiche e del darwinismo, ed è considerato tra i maggiori intellettuali della destra italiana.
Nel dicembre del 2014, a 93 anni compiuti, seppur costretto sulla sedia a rotelle da diversi anni, Rutilio Sermonti è indagato per associazione sovversiva, in quanto considerato dagli inquirenti l’ideologo di un fantomatico gruppo neofascista il cui nome è già tutto un programma, Avanguardia Ordinovista, al quale avrebbe dato sostegno ideologico compilando una bozza di documento politico ritenuto uno statuto della Repubblica dell’Italia unita, esplicitamente ispirata all’epoca fascista.
Rutilio Sermonti respinse tutte le accuse lanciategli, sostenendo di non aver mai sentito parlare di tale organizzazione, guidata da un mitomane che contava sul prestigioso nome di Sermonti per dar visibilità al suo pseudo-ordinovismo rivoluzionario da tastiera.
Chiunque nella sua militanza politica abbia conosciuto Rutilio Sermonti ha avuto sempre l’idea di trovarsi di fronte ad un uomo immortale, a una guida autorevole, a un esempio per generazioni di militanti, al padre nobile di migliaia di combattenti.

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