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Busto Arsizio, la protesta dei Dodici Raggi: "magistratura serva della politica"



Una trentina di militanti della comunità dei Dodici Raggi, capeggiati da Alessandro Limido, ha dato vita ad una manifestazione davanti all'ingresso della Procura della Repubblica di Busto Arsizio per protestare contro un'inchiesta che li vede indagati per il reato di ricostituzione del disciolto partito nazionale fascista.
«Siamo qui per dire che è assurdo anche solo pensare che si possa chiedere una condanna a 600 anni di carcere per un gruppo di appartenenti ad un’associazione solo perché hanno un’opinione politica diversa» – ha dichiarato Alessandro Limido, che rischierebbe addirittura 24 anni di carcere.


«Abbiamo invitato qui tutti i nostri detrattori ma non si è presentato nessuno a parte la stampa» – ha continuato il leader del gruppo che ha invocato il nome di Maria Chiara Gadda, deputata del Pd, la quale ha presentato più interrogazioni in Parlamento, e le associazioni partigiane.
Secondo i militanti della comunità dei Dodici Raggi dietro questa indagine c’è una precisa regia politica «la politica tesse le sue sporche trame sulla pelle dei ribelli ad un sistema che ha negato la libertà di pensiero non conforme come il nostro. Questa procura, come quella di Varese, è manovrata dalla politica».
Il presidio è andato avanti per circa un’ora, sulla rampa che porta all’ingresso principale della Procura della Repubblica, sotto gli occhi attenti del dirigente del commissariato di Busto Arsizio Franco Novati.
«Non possiamo rappresentare un pericolo per la democrazia ha concluso ancora Limido – se bastassero 50 persone allo stadio che fanno il saluto romano per ricostituire il partito fascista sarei la persona più contenta del mondo, ma non è così».
Ad una domanda di un collega giornalista su come definiscono, dunque, la loro associazione Limido ha risposto: «Siamo un’associazione antisistema che si oppone ad esso con azioni certamente non di natura terroristica. A volte possiamo usare la violenza ma di certo non andiamo a mettere le bombe».
La manifestazione alla quale hanno partecipato anche l’ex-consigliere comunale, oggi coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia a Busto Arsizio, Checco Lattuada e il portavoce della lista Busto Grande, Matteo Sabba si è conclusa senza tensioni e senza saluti romani, attorno alle 14,45.

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