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San Marcellino: chiudiamo la moschea. La protesta del fratello d'Italia Cangiano

Terrorismo, il blitz nell’agro fa scoppiare la polemica sulla moschea

Nell'agro aversano, precisamente a Casal di Principe e Villa di Briano abitavano i 4 presunti terroristi islamici coinvolti nel blitz scattato in tutta Italia, al fine di bloccare la più grossa cellula jihadista in Italia.
I quattro sono tutti accusati di far parte della rete italiana del terrorista Anis Amri, che il 19 dicembre 2016 si andò a schiantare con un camion sulla folla, uccidendo 12 persone.
Amri venne ucciso 3 giorni dopo fuori la stazione ferroviaria di Sesto San Giovanni, comune dell'hinterland di Milano da due poliziotti.
Il continuo e costante lavoro delle forze dell'ordine portò nei mesi successivi all'espulsione di 3 dei suoi conoscenti, che abitavano in provincia di Latina, in quanto ritenuti pericolosi per la sicurezza nazionale.
Intanto nell'agro aversano, dopo l'arresto dei 4 presunti terroristi islamici scoppia la polemica.
A chiedere, con necessità ed urgenza la chiusura della più grande moschea della Campania, presente in un comune dell'agro-aversano, precisamente a San Marcellino è Gimmy Cangiano, dirigente nazionale di Fratelli d'Italia, candidato non eletto alle ultime elezioni politiche nel collegio camerale Caserta 1 che dichiara: "sono anni che sostengo che c'è qualcosa di forte che lega la nostra terra a questi criminali.
Non a caso, ricorda Cangiano, a pochi passi dalle abitazioni di questi signori sorge la più grossa moschea della Campania, guidata da un Imam molto discusso ed oggetto di diverse indagini. Ci piaccia o no, precisa l'esponente del movimento politico guidato da Giorgia Meloni, la moschea resta comunque un forte attrattivo per chi come letto dalle intercettazioni sostiene di essere pronto a tagliere la testa e i genitali a tutti gli infedeli. Sono sempre più convinto della necessità di chiudere una volta e per sempre la moschea di San Marcellino”.


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