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No, gli antifascisti di Pavia non si sono attaccati gli sticker da soli

A gridare allo scandalo dal suo profilo bis su Facebook (anche lui è tra le vittime dell'ondata di correttezza politica che sta falcidiando tanti attivisti sul noto social network) è stato Maurizio Murelli. Sulla base di poche righe di un articolo della Stampa di Torino sul blitz contro gli antifascisti protagonisti degli scontri per impedire una manifestazione di CasaPound ha lanciato l'allarme:

Ma guarda guarda... E che non lo sapevamo?
Per una settimana prima delle elezioni e nella domenica stessa in cui si votava hanno menato il torrone sui fascisti che attaccavano adesivi che indicavano le abitazioni degli antifascisti. Se li erano stampati e messi loro. Ora vediamo quale TG nazionale riprende la notizia.

In poche ore sono centinaia le condivisioni (378 nel momento in cui scrivo questo post, alle 15,43). Una profezia che si autoavvera. Perché, già subito dopo i fatti, tanti fascisti avevano scritto che no, un camerata non ha tempo da perdere per queste stronzate. E si sbagliavano tutti, a cominciare da Maurizio Murelli.
Perché in realtà a essere sequestrati nel corso del blitz non sono stati gli adesivi attaccati davanti alle case degli antifascisti pavesi ma lo sticker prodotto in tempo reale da ZeroCalcare, come racconta Il Giorno, il 5 marzo:


 Zerocalcare ha disegnato l'adesivo "Qui abita un antifascista" che verrà distribuito questa sera, mercoledì 7 marzo, da Movimento Pavia, dopo che alcune notti fa erano stati attaccati sulle case di decine di antifascisti pavesi adesivi con la scritta "Qui ci abita un antifascista" e il simbolo 'antifa' barrato. "Il tentativo di intimidirci non è riuscito - spiegano gli attivisti di Movimento Pavia - per questo intendiamo rilanciare con una campagna nella quale distribuiremo un adesivo di orgoglio antifascista, da attaccare fuori dalle nostre case. Non abbiamo paura delle vostre intimidazioni e rivendichiamo con forza il nostro essere antifascisti e antifasciste". Un prima iniziativa di "distribuzione antifascista" era stata già organizzata domenica, giorno delle elezioni. Sui social, in molti hanno cambiato la loro immagine del profilo con la scritta "Qui abita un antifascista" e nel mondo della musica il gruppo dei Punkreas ha invitato i colleghi a dare una risposta agli adesivi di Pavia mettendo "in bella vista un principio fondamentale: l'antifascismo". All'appello hanno aderito vari artisti come Modena City Ramblers, Espana Circo Este e Shandon.

E' del tutto evidente che non si tratta dello stesso adesivo affisso davanti alle case degli antifascisti alla vigilia del voto. Uno sticker che è stato distribuito dai centri sociali lombardi da più di dieci giorni, come dimostra quest'immagine scaricata da google, da più di dieci giorni: 


Questo invece è l'adesivo affisso a Pavia. La Stampa parla della scritta Qui abita un@ antifascista (come sopra) mentre la scritta di Pavia (vedi sotto) è: Qui ci abita un antifascista.


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