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“Siamo tutti Massimo Ursino”, la solidarietà a Forza Nuova di Azione Identitaria.

I militanti calabresi di Azione Identitaria nella giornata di venerdì 23 febbraio hanno affisso, sul ponte San Rocco a Lamezia Terme, uno striscione riportante la seguente dicitura: "Siamo tutti Massimo Ursino" in segno di solidarietà e vicinanza a Massimo Ursino, segretario provinciale di Forza Nuova, vittima di un vile attentato da parte di militanti appartenenti al mondo della sinistra antagonista dei centri sociali.
Il senso di questa iniziativa, ci viene chiarito, con maggiori dettagli, da una nota, diffusa alla stampa, che riportiamo per intero.


Il clima politico che si è instaurato negli ultimi mesi ci riporta indietro nel tempo di quarant’anni in un contesto di odio e di avversione, cavalcato oggi in maniera del tutto irresponsabile da esponenti politici di sinistra e da una certa stampa, nei confronti dei movimenti nazionalisti con una anacronistica caccia alle streghe, ed in mancanza di valide risposte sul piano prettamente politico che gli stessi dovrebbero fornire per via dei vari problemi che attanagliano l’Italia, si inventano un pericolo che non c’è, riproponendo vecchi schemi che richiamano al gioco degli opposti estremismi che a nessun gruppo politico nazionalista interessa.
Il sangue e le urla di Massimo sono quelli di tutti i patrioti italiani, pronti a non indietreggiare di un solo passo dinanzi a tanto odio, violenza e follia.
Le idee di amore, di riscatto e di difesa della nostra Patria non possono essere imprigionate o represse e tali atti delinquenziali attuati con metodologia mafiosa come quello di Palermo, ci fanno convincere ancora di più della forza del nostro pensiero e delle nostre idee, che non hanno bisogno di essere imposte con la violenza ma che siamo pronti a difendere anche a costo della nostra stessa esistenza materiale.
Noi di Azione Identitaria invitiamo alla riflessione anche una certa classe politica calabrese che ultimamente, nonostante tutte le problematiche presenti sul nostro territorio, trova il tempo per riunirsi e lanciare stucchevoli campagne antifasciste.
A questi signori diciamo che non cadremo mai in questo genere di trappole: il Fascismo è un fenomeno storico che è durato un certo lasso di tempo ma la Patria è più antica e continua ad esserci per cui, per noi, la militanza politica è rivolta all’evocazione di una cultura italica millenaria che va difesa e promossa e che non riparte dal Fascismo ma da oltre tremila anni di Storia.
Proprio per queste ragioni consideriamo l’antifascismo militante, evocato come spauracchio, non un fenomeno politico o culturale, bensi uno di quei fenomeni afferenti alla malattia mentale ed al disturbo psichico e, come tale andrebbe trattato, soprattutto alla luce della delirante rivendicazione sull’episodio di Palermo che fa da cornice ad un macabro pestaggio ed attentato alla vita di un esponente politico colpito per le sue idee e per la sua appartenenza ad un movimento nazionalista, in un contesto dove tutti evocano la decantata democrazia ma dove abbiamo anche letto vergognose dichiarazioni, come quelle del sindaco di Palermo Orlando, che danno la colpa di quanto accaduto al solito ed inesistente nemico inventato da loro stessi.

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