Lo storico Emilio Gentile, nel talk show di Mentana, ci spiega che razzismo e fascismo non si identificano, che l'orda nera non è una novità ma soprattutto che non rappresenta un pericolo reale. I rischi dell'alibi: la democrazia da tempo è in crisi in tutto l'Occidente. Il problema è un razzismo capace di parlare alla pancia della gente
(umt) “Il razzismo non si identifica nel fascismo”. E se lo dice Emilio Gentile, l'allievo di De Felice, ritenuto il massimo esperto italiano della materia, la cosa va presa molto sul serio. L'occasione è il nel talk show di Enrico Mentana: “Infatti – spiega il professore nel programma Bersaglio mobile su La 7 – il razzismo nasce a metà Ottocento in paesi democratici come l'Inghilterra, la Francia e gli Stati Uniti. Il fascismo richiama piuttosto quel movimento xenofobo americano i cui bersagli sono non solo i negri ma anche gli ebrei e i cattolici. E non c'è dubbio che l'America, pur avendo mantenuto a lungo forme di segregazione razziale, integrando gli immigrati ha avuto grandissimi progressi negli ultimi 150 anni”.La tentazione, in questi casi, è sempre la semplificazione. Compito dell'intellettuale, e Gentile lo svolge benissimo, è invece di riportare le questioni alla loro complessità. Perché erano razzisti anche i socialisti positivisti italiani come Lombroso, convinti che i meridionali fossero di razza africana. “E se è innegabile – ricorda lo storico – che il fascismo è stato razzista, molti che oggi si definiscono fascisti ignorano che Mussolini fu campione dell'Islam. Il problema sorge quando il razzismo si incrocia con il totalitarismo”.
Raid di Macerata/15. Gentile: il fascismo non si identifica con il razzismo
Reviewed by
Ugo Maria Tassinari
on
giovedì, febbraio 08, 2018
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