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7 gennaio 1978/10. "Recchioni fu ucciso da un colpo alle spalle". Il capitano Sivori rilancia sul Tempo la verità giudiziaria

Nel pomeriggio di quel giorno, presso la sezione del Msi di via Acca Larenzia, vennero uccisi, a sangue freddo, con tipica azione terroristica, due ragazzi: Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta. Ovviamente, direi doverosamente, tutti i ragazzi della sezione e poi gli altri, venuti da tutta Roma, erano ribollenti di rabbia e gli animi erano, ancor più ovviamente, esacerbati. Quindi è bastato poco meno di un gesto, un atteggiamento, a scatenare rissa, non so ancora quanto voluta o solo sfruttata, con due morti ancora caldi, E quindi, appena arrivati i rinforzi al contingente del posto di carabinieri e polizia, come si diceva allora, qualcuno che forse non era troppo soddisfatto dei primi due omicidi, gettò benzina sul fuoco. Forse non sembrava vero poter spezzare quella presunta unione che legava le forze di Polizia alla politica che propugnava ordine e legalità, contraria alle violenze sindacal-marxiste. Dico presunta, per cognizione personale. Ho avuto l’onore di essere descritto sui social di allora, i muri delle strade di Roma, sia come "carabiniere SS", sia come "guardia rossa". E per chi ha fatto il mio mestiere, è la migliore consacrazione di imparzialità. Tornando a quella maledetta sera, nella confusione generale, qualcuno, presumibilmente dalle spalle dei ragazzi della destra, sparò contro i carabinieri. Alcune pallottole si conficcarono in due abitazioni, poche spanne sopra la testa di chi, me compreso, stava con le spalle a quel muro. Una di queste pallottole prese anche il povero Stefano Recchioni, che evidentemente si era forse girato perché aveva sentito proprio sparare alle sue spalle. E questo lo sentenzia, oltre ogni ragionevole dubbio, il giudice istruttore Guido Catenacci, il 21/02/1983, con sentenza di proscioglimento definitivo. Testuale: "...Ciò consente di escludere ogni possibile riferibilità, pure adombrata dai giornali, dell’azione al Capitano...È quindi verosimile, in relazione alla traiettoria seguita dai proiettili, che i colpi siano stati esplosi dalla opposta direzione, da persona purtroppo rimasta sconosciuta…".
Così, rispondendo a una sollecitazione del direttore del Tempo, GianMario Chiocci, il generale dei Carabinieri, Eduardo Sivori (nella foto), prosciolto dall'accusa di aver ucciso Stefano Recchioni, rilancia una verità giudiziaria da tanti rimossa. Il processo per l'omicidio Reccchioni si conclude affermando che la verità più probabile è che il militante di Colle Oppio sia stato ucciso da un colpo partito alle sue spalle. E ora chi lo spiega a Francesca Mambro e ai pochi che con lei, dopo quel giorno hanno scelto di giocarsi la vita, che no, non era giusto prendersela con i carabinieri. E qualcosa pure bisognerà dire a Paola Frassinetti e alle migliaia di militanti la cui vita è cambiata il 7 gennaio 1978 anche se non sono arrivati alla scelta estrema della "via più breve".
Da questa trappola dialettica cerca di sfuggire Valerio Cutonilli, l'avvvocato da anni impegnato in un'appassionata ricerca per la verità storica su Acca Larentia. Pe lui il problema non è il provocatore che ha sparato per gettare benzina sul fuoco ma i burattinai:
Non avete avuto il coraggio di dire chi mise la Skorpion nelle mani sudice di quei dementi criminali a Roma sud. Avete taciuto su chi aprì il fuoco dopo la strage, per creare il caos. Nessun colpevole e nessuna vergogna. Tenetevi le vostre commissioni parlamentari a uso e consumo di partito. Noi non ci limitiamo a ricordare oggi. Cercheremo di complicarvi la vita anche domani. Per Franco, Francesco e Stefano.

6 commenti:

  1. Perche è una che ancora oggi ricorda il segno profondo della strage nella sua vita e ribadisce la responsabilità dei carabinieri

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  2. La verità giudiziaria non ha mai trovato i colpevoli.

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  3. La verità giudiziaria non ha mai trovato i colpevoli.

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  4. L’avvocato Emanuele Fragasso jr. ha basato la sua difesa sulla tesi che il proscioglimento di Sivori, basato sulla non compatibilità dell’arma d’ordinanza, non chiarisce tutti i dubbi sulla morte di Recchioni, caso che resta sempre “aperto”, senza colpevoli, senza giustizia.http://www.destra.it/strage-di-acca-larentia-assolto-zanon-non-ha-diffamato-sivori/

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  5. Che combinazione!!! S'inaugura una nuova "pista rossa" per l'assassinio di Stefano Recchioni (1978) nelle stesse ore in cui un supposto frammento di targa rilancerebbe di nuovo la "pista nera" per l'omicidio di Piersanti Mattarella (1980), violentando il lavoro di Giovanni Falcone che aveva sbugiardato lo pseudo pentito Pellegriti, contestandogli la sua falsa testimonianza tesa a "mascariare" Valerio Fioravanti, assolutamente estraneo ai fatti. Dopo 40 anni i pupari continuano ad attizzare fuochi per i nostalgici degli scontri odiologici. Speriamo che i reduci di quelle stagioni e le nuove generazioni di militanti di destra e di sinistra non siano così babbioni da abboccare all'amo. Cercasi disperatamente un sussulto di dignità ed una pù diffusa intelligenza

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