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La lettera di Fiore a Minniti: meglio un pò di fumogeni oggi che un funerale domani

Dopo la manifestazione, organizzata da una decina di militanti di Forza Nuova, con il volto coperto da una maschera bianca, armati di una bandiera di uno striscione con su scritto boicotta l'Espresso, la Repubblica sotto la sede romana del quotidiano in via Cristoforo e le successive polemiche scaturite da essa, Roberto Fiore, segretario nazionale di Forza Nuova scrive una lettera all'onorevole Marco Minniti, ministro dell'Interno. 
Lettera che pubblichiamo per intero.


Egregio signor Ministro dell’Interno,
a proposito dell'azione fuori dei locali del quotidiano La Repubblica, avvenuta a Roma il 6 dicembre, lei parla di "atto criminale".
Questa dichiarazione manca, quanto meno, di equilibrio.
Non solo non si capisce, infatti, quale sia il crimine eventualmente commesso, ma duole dover considerare che una dichiarazione così forte non sia mai stata da lei pronunciata dopo il ferimento dei nostri giovani a Rimini, mentre raccoglievano cibo per famiglie bisognose, o il ferimento di un artigiano a Benevento in occasione di un banchetto di Forza Nuova o dopo l'assalto del nostro gazebo a Trento o, ancora, dopo gli atti incendiari verificatesi contro una nostra sede e l’attività commerciale di un nostro dirigente a Palermo; tutte azioni costellate da ferimenti, danneggiamenti, uso di armi improprie o ordigni incendiari. Non si trattava forse di autentici atti criminali?
Mi preme, poi, ribadire che, come hanno riportato correttamente le agenzie di stampa e molti quotidiani, io ho parlato di guerra politica contro PD e gruppo Espresso e non certo di guerra tout court.
Sul clima in generale che si sta creando vorrei, inoltre, informarla che se da parte nostra si può spesso parlare di provocazione politica o parole forti, non vi è mai stata una sola occasione in cui i nostri aderenti abbiano esercitato violenza nei confronti di avversari politici o tentato di ridurli al silenzio.
La stessa cosa non può affermarsi per il Partito Democratico e la sinistra in genere che, al contrario, stanno promuovendo nei Comuni da loro amministrati assurdi regolamenti, simili a forche caudine, che impediscono a chi non sottoscrive, secondo i dettami del pensiero unico e politicamente corretto, la propria contrarietà a razzismo, fascismo, omofobia ecc. ecc. di poter esercitare qualsivoglia attività politica.
Questo genere di regolamenti, assolutamente inediti nella storia politica italiana, rappresentano una minaccia alle nostre libertà politiche ed anche in questo caso si tratta effettivamente, e sto presentando denuncia in tal senso, di veri propri atti criminali contro la libertà di espressione e manifestazione.

Signor Ministro,
nella mia gioventù ho assistito al sacrificio di una gioventù che, fomentata dall' odio della stampa, fu protagonista, spesso involontaria, di una sanguinosa stagione di violenza.
La Repubblica, come il gruppo Espresso, si è resa responsabile di inchieste basate su notizie false e teoremi inconsistenti, in cui famiglie intere (come la mia) sono state gettate nella melma mediatica, in cui si è sproloquiato di episodi di violenza mai verificatisi e, quindi, stralciati dalle indagini, come nel caso dei fantomatici banglatour. Certo, come in tantissimi altri casi, la legge ci consente di promuovere querela, ma la conclusione della stessa, come lei ben sa e come sanno bene le penne del Gruppo De Benedetti, arriverà, con i tempi della giustizia italiana, fra, forse, dieci anni.
Non mi sorprenderebbe se qualche anarchico o altri violenti di professione, il cui odio è stato ben rinfocolato dagli articoli di cui sopra, prendesse la decisione di agire contro Forza Nuova. Di chi sarebbe, poi, la colpa? Del sottoscritto, che ha incanalato la legittima protesta verso azioni certamente vivaci, ma totalmente rispettose dell’integrità fisica e morale delle persone, o di chi ha calunniato, diffamato e distorto la realtà?
Egregio signor Ministro, preferisco di gran lunga un po’ di fumogeni oggi che un funerale domani.

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