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20 dicembre 1991: muore Walter Chiari, un "ragazzo di Salò"


Il 20 dicembre 1991 muore a Milano Walter Chiari, popolarissimo attore comico. La sua partecipazione alla guerra nei ranghi di Salò (X Mas) è ben nota, così come la prigionia nel campo di Coltrano, insieme a tante altre personalità che si sono poi distinte nella storia della Repubblica italiana: Raimondo Vianello, Enrico Maria Salerno e l’olimpionico Giuseppe Dordoni, il giornalista Enrico Ameri, il regista Luciano Salce, l’orientalista Pio Filippani Ronconi, Ezio Maria Gray, Vito Mussolini, il deputato Mirko Tremaglia e il ¨senatore Giuseppe Turini. Una milizia mai rinnegata, anzi spesso rievocata beffardamente dal palco, quando salutava "la prima fila ma anche la decima". Sua del resto la celebre battuta, diventata un tormentone della polemica antipartitocratica della destra: “Quando fu appeso per i piedi a Piazzale Loreto, dalle tasche di Mussolini non cadde nemmeno una monetina. Se i nuovi reggitori d’Italia avessero subito la stessa sorte, chissà cosa uscirebbe dalle tasche di lorsignori!“. Una provocazione che gli costò l’allontanamento per anni dalla televisione italiana.
Meno nota invece è la storia, testimoniata dal documentario del 2009 D-Day – Lo sbarco in Normandia. Noi italiani c’eravamo di Mauro Vittorio Quattrina, della sua presenza sul fronte francese. Il video racconta come, accanto alle truppe tedesche, c'erano molti soldati italiani. In qualche caso si trattava di prigionieri dei tedeschi ai quali era offerta questa chance per la liberazione, in molti altri di volontari arruolatisi per fermare l'invasione alleata. Tra questi ultimi, scrive il Primato nazionale di qualche anno, ci sarebbe stato anche Walter Chiari, scomparso nel 1991: 
L’episodio viene raccontato dal tenente sanremese Brigliano, in forza alla Wermacht, secondo il quale Annichiarico (questo è come noto il vero nome dell’attore) si rivolse a lui per chiedere di poter combattere accanto ai tedeschi. Venne inquadrato in una batteria antiaerea. «I cannoni tedeschi venivano utilizzati ad alzo zero per colpire i mezzi da sbarco angloamericani o puntati contro gli aerei nemici», spiega il regista Quattrina. E aggiunge: «Nonostante la pericolosità dell’incarico i testimoni diretti mi hanno raccontato di quanto l’attore fosse spiritoso e divertente, un autentico compagnone che allietava la truppa con barzellette spassose, anche nei momenti più drammatici». Il tenente Brigliano ha atteso anni dopo la morte di Annichiarico per raccontare l’episodio. tra l'altro l'attore sarebbe rimasto leggermente ferito nei combattimenti.

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