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Buttafuoco: Pound un matto di libertà, il poeta più suntuoso

Va bene fare tutto un fascio ma CasaPound non è Forza Nuova. E lo stesso Ezra Pound, il più sontuoso dei poeti, ben volentieri gusterebbe all'osteria Angelino, il ristorante romano di Gianluca Iannone, capo del cattiverio, un piatto di carbonara.
Lo scandaloso Pound, a dispetto di tutti, col ditino alzato, chiederebbe anche un dito di Sangue Morlacco, il maraschino dei legionari fiumani servito ai tavoli e sempre lì e sempre con Iannone, front man di Zeta Zero Alfa canterebbe la bella assai "Disperato amore" la canzone degli innamorati ruvidi  ma definitivi.
E va bene fare tutto un fascio, ma Ezra Pound che è ben più della chiacchiera in giornalese, giusto a Ostia, ci andrebbe a distribuire i viveri e a spalancare porte per dare pane e tetto ai poveri. Come fanno i ragazzi di CasaPound.
Era matto, Pound. Tale e quale l'altro sublime matto suo compagno di prigionia, Walter Chiari, quando in barba ai loro carcerieri, a Pisa, facevano il saluto romano.
Pound urlava "alalà" dalla sua gabbia. Chiari, invece radunando tutti i camerati reclusi gridava: "un saluto a quelli della Decima". E "quarto d'ora di poesia della X" di Pound è pari all'Iliade perché, si sa, solo ai vinti compete la bellezza.
Non si sarebbe mai candidato alle elezioni, Pound, questo è certo, e se CasaPound lo fa, dismette quella radice tutta di carne, sangue e malia che fa dar di matto in direzione poesia, altro che parlamento.
Matto di libertà, non certo di allucinazione, di Pound, contro la sua stessa cittadinanza, gli Usa, ebbe a patire il manicomio da dove attese di uscirne per tornare in Italia. Sbarcò a Genova, e anche lì, come a Pisa, fece il suo matto "alalà"

Fonte Il Fatto Quotidiano di lunedì 20 novembre 2017

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