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Bomba a libreria di CasaPound: convalidato il fermo solo di chi confezionò l'ordigno

ULTIMORA - Il gip di Firenze ha confermato uno solo dei sei fermi sottoposti al suo vaglio per gli attentati anarchici contro la libreria di CasaPound e una caserma dei carabinieri a Rovezzano. Il dna trovato sull' ordigno che ha gravemente ferito un poliziotto la notte di Capodanno appartiene a un anarchico sardo 31enne che vive a Rimini ed è attivo a Firenze. Solo per lui è stato convalidato il fermo, con l' accusa di aver confezionato l'ordigno.

(G.p) Sono otto i militanti delle compagini anarco-insurrezionaliste fermati dalla Polizia di Stato tra le province di Firenze, Roma e Lecce, in collaborazione con i carabinieri per i due attentati di Firenze e Rovezzano. Cinque persone sono finite in manette per la bomba di Capodanno che nel capoluogo toscano causò gravi mutilazione all’artificiere Mario Vece (perse una mano e un occhio). Mentre altri tre sono stati fermati per l’attentato del 21 aprile scorso contro una caserma dei carabinieri a Rovezzano, colpita dal lancio di una molotov come ci racconta, con un interessante articolo, lo storico quotidiano fiorentino La Nazione.
Articolo che riportiamo per intero.

La Polizia ha arrestato i presunti autori dell'attentato di Capodanno a Firenze nel quale rimase gravemente ferito, perdendo una mano e un occhio, l'artificiere della polizia Mario Vece, di Altopascio (Lucca). L'attentato (nella foto sotto) avvenne a Firenze la mattina del primo gennaio 2017. Fu provocato da un ordigno infilato tra le maglie della saracinesca della libreria "Il Bargello", riconosciuta come centro culturale di destra vicina a Casapound. La deflagrazione colpì in pieno un artificiere della questura di Firenze che si era appena avvicinato (era in giro con una pattuglia che aveva notato l'involucro inserito nella serranda) ed aveva cominciato ad esaminare la bomba. L'ordigno aveva un timer. Nell'attentato l'agente ha perso l'occhio destro e ha subito l'amputazione della mano sinistra.

L'operazione è scattata stamani all'alba tra Firenze, Pontassieve, Roma e Otranto (Lecce) e ha coinvolto 200 uomini tra polizia e carabinieri, impegnati nel fermo di otto persone, militanti delle compagini anarco-insurrezionaliste di vari gruppi sparsi per l'Italia; il blitz è scattato per il timore di fuga degli indagati. Già il 31 gennaio c'erano state delle misure emesse dai magistrati che indagano sull'attentato, indagine che poi si è allargata anche alle bombe molotov lanciate lo scorso aprile contro la caserma dei carabinieri di Rovezzano, indagini queste condotte dal comando provinciale dell'Arma e dal Ros.

Due dei ricercati hanno cercato riparo sui tetti durante il blitz a Firenze, in un immobile occupato al Galluzzo. Si tratta di un uomo e una donna. Lei risulta ricercata per il lancio della molotov e lui per l'attentato alla caserma dei carabinieri. Con loro anche altri giovani che erano dentro la casa occupata e che sta per essere sgomberata. Il gruppetto è guardato a vista dalle forze dell'ordine. Nell'ambito dell'operazione di oggi è stata sequestrata la sede anarchica della Riottosa, al Galluzzo, un immobile occupato fin dal 2007 e dove il gruppo, anche dopo lo sgombero e sequestro dell’analoga sede di Villa Panico, aveva proseguito le sue attività e riunioni.

Intercettazioni, pedinamenti, analisi dei materiali biologici (in particolare il dna che ha permesso di individuare colui che ha fabbricato l'ordigno) sui luoghi degli attentati: così la Digos e il Servizio centrale antiterrorismo si sono messi sulle tracce degli autori, indagando fin da subito nell'ambiente anarchico.

E gli inquirenti ritengono di avere materiale a sufficienza per incriminare cinque persone dell'attentato di capodanno e altre tre delle molotov di Rovezzano. I reati ipotizzati sono, per l'attentato del primo gennaio, costruzione detenzione e porto in luogo pubblico di un ordigno esplosivo micidiale, tentato omicidio e danneggiamento aggravato; per l’attentato incendiario alla caserma di Rovezzano porto in luogo pubblico di ordigni esplosivi e danneggiamento aggravato.

In particolare, uno dei fermati è stato identificato grazie a un frammento di Dna repertato sulla parte interna del nastro adesivo con cui era stata costruita la bomba. Secondo gli investigatori, sarebbe la persona che ha materialmente assemblato l'ordigno. In base a quanto emerso, pochi giorni dopo l'episodio si era allontanato da Firenze, muovendosi prima in Italia e poi per tutta Europa, fermandosi infine in Francia. Rientrato a Firenze per un breve periodo nei giorni scorsi, questa mattina è stato fermato dalla polizia.

Fermato invece in un centro sociale in Salento un 30enne originario della provincia di Teramo. Per lui l'accusa è di concorso in tentato omicidio nonché fabbricazione detenzione e porto abusivo di materiale esplodente, nell'ambito dell'inchiesta sull'attentato di Capodanno a Firenze. Per lui il blitz é scattato in una villetta di Roca, marina di Melendugno, occupata abusivamente da qualche settimana da gruppi di militanti anarchici e trasformata in un centro sociale denominato "Caura". Alla vista dei poliziotti, il 30enne non ha opposto resistenza. Secondo quanto appurato dagli investigatori, si trovava in Salento già da qualche giorno.



LE INDAGINI - Il procuratore capo di Firenze, Giuseppe Creazzo, illustrando i dettagli dei fermi di oggi, ha detto che "l'operazione di oggi è dedicata dai suoi colleghi all'artificiere Mario Vece". "Per quanto riguarda i fatti della libreria gestita da Casapound - ha detto Creazzo - la capacità criminale degli organizzatori dell'attentato è data dalle stesse modalità, si pensi che è stato installato un ordigno dotato di timer nella notte di Capodanno, sapendo che in giro c'erano molte persone, incuranti delle conseguenze". "Polizia e carabinieri hanno lavorato senza soluzione di continuità per individuare i responsabili degli attentati", ha sottolineato Creazzo.

Ma le indagini non si fermeranno con gli otto arresti di oggi. "Altri soggetti restano da individuare", ha spiegato Eugenio Spina, dirigente superiore della polizia di Stato, a capo del servizio centrale dell'antiterrorismo. Spina ha poi spiegato di riferirsi in particolare agli accertamenti su una presunta associazione a delinquere nata all'interno dei gruppi anarchici fiorentini, a seguito dei quali il 31 gennaio scorso il gip di Firenze aveva già emesso dei provvedimenti restrittivi. Le indagini che hanno portato agli arresti degli anarchici per l'attentato di Capodanno a Firenze, ha proseguito Spina, "sono partite la notte stessa dell'attentato, con un sopralluogo della polizia scientifica durato tutta la notte e l'intero giorno successivo".

Per il generale Giuseppe Governale, comandante del Ros dei carabinieri, "quello dell'anarco-insurrezionalismo è un fenomeno di grande rilevanza, che si muove in maniera attenta e subdola, sotto la cenere". "Bisogna ricordare - ha aggiunto Governale - che per gli anarchici niente è casuale e tutto viene programmato, tra i loro obiettivi ci sono le caserme dei carabinieri perché rappresentano il presidio dello Stato sul territorio".

LE REAZIONI - Il ministro dell'Interno, Marco Minniti, si è congratulato con il capo della polizia, Franco Gabrielli. "L'operazione della polizia che ha interessato diverse città italiane - ha sottolineato il ministro -, rappresenta un successo di alto livello conseguito attraverso una complessa e articolata attività investigativa svolta dalla Digos di Firenze, Roma e Lecce e dal Servizio centrale antiterrorismo, che hanno lavorato per mesi in stretto contatto con la Magistratura". "L'operazione - ha proseguito Minniti - assume poi un significato particolare perché in coincidenza con il rientro del sovrintendente Mario Vece ai compiti operativi della squadra mobile di Firenze".
"Ampia soddisfazione; è questo il sentimento che pervade il Siulp Fiorentino per la brillante operazione portata a termine stanotte". E' il commento di Walter Dell'Arciprete, commissario straordinario del Sindacato lavoratori polizia di Firenze. "Avere assicurato alla giustizia i criminali che la notte del 31 dicembre si sono resi autori materiali del crimine è senz’altro la risposta migliore che la Polizia di Stato poteva dare alla cittadinanza ma anche al collega rimasto ferito nell’esplosione dell’ordigno. Al termine di una vicenda tanto scabrosa quanto dolorosa il Siulp Fiorentino ritiene dover ringraziare e fare i complimenti a tutti coloro che hanno lavorato attorno alla risoluzione di questo delicato caso".

"NON FINISCE QUI" - Non si fermeranno con gli otto arresti di oggi le indagini condotte da polizia e carabinieri per l'attentato di Capodanno a Firenze e per il lancio di una molotov contro una caserma. «Altri soggetti restano da individuare» ha spiegato in conferenza stampa Eugenio Spina, dirigente superiore della polizia di Stato, a capo del servizio centrale dell'antiterrorismo.
Spina ha poi spiegato di riferirsi in particolare agli accertamenti su una presunta associazione a delinquere nata all'interno dei gruppi anarchici fiorentini, a seguito dei quali il 31 gennaio scorso il gip di Firenze aveva già emesso dei provvedimenti restrittivi. Le indagini che hanno portato agli arresti degli anarchici per l'attentato di Capodanno a Firenze, ha proseguito Spina, «sono partite la notte stessa dell'attentato, con un sopralluogo della polizia scientifica durato tutta la notte e l'intero giorno successivo».
Quello avvenuto a Firenze, ha precisato Spina, «è stato un attentato ben organizzato, ma subito ci siamo rimboccati le maniche», con la collaborazione anche «delle digos di Torino, Genova, Padova, Perugia e Latina».

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