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In Memoria Di Sergio Gozzoli nel secondo anniversario Della Sua Scomparsa

Il 5 agosto di due anni fa,  il dottor Sergio Gozzoli, ispiratore del movimento skinhead in Italia, fondatore ed ideatore della rivista L'Uomo libero, abbandonava la vita terrena, da uomo libero, andando oltre.
Fu uomo coraggioso e leale, amante della  verità sopra ogni altra cosa, lascia in eredità quella concezione del mondo e della vita che sostiene le ragioni di una patria europea che i giovani militanti hanno il dovere morale di tramandare alle giovani generazioni oltre che indicare ai compatrioti.
In ricordo di Sergio Gozzoli, in occasione del secondo anniversario della sua dipartita, pubblichiamo un suo articolo intitolato Per un' Europa sovrana spazzare per ricostruire, pubblicato sul numero 4 della  rivista Ordine Futuro del gennaio del 2015 


Il destino degli uomini, come quello dei popoli, non sta scritto su nessuna pietra. Esso giace, al contrario, nella volontà degli uomini e dei popoli.
Il futuro dei popoli europei – ormai sostanzialmente legati ad una comune sorte dalla storia degli ultimi ottant’anni, oltre che dalla devastante sconfitta subita contro l’Occidente e dalla invasione militare statunitense oggi ancora gravitante sulla loro terra – nascerà dalle potenziali scelte che le genti del nostro continente sapranno compiere nei prossimi decenni.

Le attuali classi dirigenti europee non possono offrirci un qualsivoglia sbocco positivo: escluso De Gaulle, che era anglofobo, antisionista e cattolico, esse, tutte, sono soffocate da una subordinazione ideologica all’imperialismo anglosionista, e agiscono finanziariamente e monetariamente controllati, attraverso l’Euro, dai banchieri cosmopoliti di Maastricht che sono, sotto sotto, gli stessi che dominano Wall Street e la City. Esse vanno spazzate via: costituite da massoni, filocalvinisti e filosionisti, aperte alle incontrollate immigrazioni islamiche e non, complici del dilagare di tutte le droghe, strumenti del degrado del costume e della morale fino all’aborto e ai “matrimoni” omosessuali, esse non possiedono un alito di un animus europeo.
Ci tradiranno sempre.
Gli americani in Europa, con la propria forte presenza militare e col proprio rigido controllo mediocratico, debbono anche essere spazzati via: la NATO da molti anni certo non serve più ai popoli europei, ed è ormai semplicemente un’arma dell’imperialismo anglosionista. Che gli americani tornino a casa loro, e diano libertà all’Europa.
L’Europa deve essere libera e sovrana. Libera nelle sue scelte politiche, nella tutela dello Stato sociale, nella stipulazione di alleanze coi popoli del mondo.
Libera dal pensiero unico del cosiddetto Occidente.
Non si possono accettare i “diritti dell’uomo” finché non si codifichino i “diritti dei popoli”, così come non si possono accettare le “verità rivelate” dal potere politico e massmediatico nel campo della ricerca storica e scientifica.
Non è accettabile che lo Stato condanni chi ricerca il vero su eventi dell’ultimo conflitto mondiale, in un Sistema che pretenderebbe di garantire a tutti una pienezza di libertà di parola, così come non è accettabile che lo Stato condanni chi parla di differenze e specificità etniche quando qualunque bambino riconosce senza difficoltà le diversità fra un bianco, un nero, un giallo.
Le leggi che impongono verità “decise” dal Potere e uccidono la libertà, vanno spazzate via.
I popoli europei devono essere sovrani in campo culturale, come debbono essere sovrani in campo monetario: il danaro deve appartenere al popolo, non alle grandi famiglie bancarie che dal ‘700 lo monopolizzano, asservendo classi politiche senza reale potere e predando con la propria Usura tutti i nostri popoli.
Se l’America e l’Inghilterra vogliono le loro banche “private”, se le tengano e se le mantengano strozzandosi di debiti: ma l’Europa deve spazzarle via.
L’Europa deve essere una. Che senso ha una integrazione dei Paesi europei che da mezzo secolo non consente ai loro cittadini di votare per un’assemblea costituente dalla quale nascano un governo, una politica estera, una Memoria comuni? Dalla quale, finalmente, nasca un perenne futuro comune?
E che l’Europa sia armata. Dall’Irlanda e dal Portogallo fino alla Russia – con l’esclusione dell’Inghilterra finche resterà “amerikana”, della Turchia proiettata verso i popoli turcomanni dell’Asia, della entità sionista nel Vicino Oriente – l’Europa deve saper trarre dal proprio potenziale economico, oggi ancora il maggiore del mondo, un livello di armamenti che ne faccia una Potenza pari a quella statunitense, a tutela della pace universale.
Che i giovani – quelli che non han piegato la schiena di fronte alla droga, quelli che non han chinato la testa e la virilità davanti al consumismo borghese dell’american way of life, quelli che ancora credono alla famiglia tradizionale e ai figli che avranno, quelli che sentono nel loro spirito l’Europa come un’integrazione più alta e più nobile alle antiche Patrie per le quali morirono i padri dei padri – sappiano che il loro Sogno può stare soltanto in un’Europa priva delle vecchie perfide scorie.
Un’ Europa libera e sovrana – fondata sul popolo dentro lo Stato, forte del proprio danaro, orgoglioso delle proprie Memorie, radicato alla propria etnia attraverso la gerarchia familiare, educato dall’infanzia alla disciplina, cresciuto nei valori dell’Onore, della Fedeltà, del Disinteresse – può preparare un’azione rivoluzionaria che la spinga a farsi una e armata.
Solo allora il nostro continente potrà ritrovare il respiro nobile e spiritualista della sua antica civiltà – oggi spento dalla oppressione materialistica dell’Occidente – e riconoscere nelle remote fonti della propria tradizione indoeuropea, grecoromana, cristiana, la sostanza unificante della sua ritornante grandezza.
Giacché è proprio là, nelle colonne dei vetusti templi, nelle grandi strade romane dall’Inghilterra alla Mesopotamia, nelle superbe cattedrali che fanno unica l’Europa nel mondo, nei castelli e nei conventi che ne preservarono forza e cultura, nelle Università che le accrebbero, negli uliveti, nei boschi, nelle messi che ci nutrirono per millenni, nelle officine che ci arricchirono, che sta la sorgente del grande moto rivoluzionario che restituirà alla Civiltà europea il posto che le spetta nella storia.

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