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Restituito il vitalizio a Massimo Abbatangelo

Massimo Abbatangelo ha di nuovo diritto al vitalizio. L'ex parlamentare missino si era visto revocare il beneficio, insieme a 10 colleghi della Camera e a 8 senatori, nel luglio 2015 ma la riabilitazione, ottenuta nel giro di pochi mesi, cancellando la pena (del resto completamente espiata), ne ha annullato anche gli "effetti collaterali". La Camera gli dovrà restituire anche 17 mensilità di 5600 euro, il periodo trascorso dalla presentazione della domanda alla decisione dell'aula, che ha beneficiato altri due colleghi, tra cui Massimo de Carolis, il democristiano supportere della Maggioranza silenziosa milanese che fu gambizzato dalle Brigate Rosse. Abbatangelo, un passato da squadrista rivendicato con orgoglio, era stato invece condannato in uno stralcio del processo per la strage del rapido 904per detenzione di esplosivo. I camorristi napoletani furono assolti dall'accusa di aver fornito l'ordigno a Cosa Nostra ma per il deputato missino arrivò lo stesso la condanna:

 Il processo di primo grado ad Abbatangelo si svolge in contemporanea all'appello per mafiosi e camorristi. E la rigidità del sistema fa danni: così come per l'arresto dei fratelli Savi non blocca il rito per la banda Santagata, accusata a torto dei delitti della Uno bianca, l'assoluzione per la strage ottenuta da Misso e dai suoi non impedisce ai giudici di primo grado di condannare il giorno dopo all'ergastolo Abbatangelo. Una condanna umiliante e assurda: e infatti in secondo grado resta solo, come per gli altri napoletani, la condanna per armi ed esplosivo a sei anni di carcere. Condanna ulteriormente ridimensionata in Cassazione, senza rinvio: la detenzione di armi ed esplosivo non sussiste e resta solo un concorso in detenzione di esplosivo, a soli due anni. Intanto siamo giunti nella seconda metà degli anni Novanta, il Msi ha risciacquato i panni nelle acque di Fiuggi. Alle elezioni all'Europarlamento del 1994 Abbatangelo è stato il primo dei non eletti, per una manciata di voti (quindici) ma ancora una volta potrebbe subentrare: stavolta per più dolorose cicostanze, l'improvvisa morte di Spartaco Belleré che lo aveva preceduto di un soffio. Ma il nostro non vuole mettere in imbarazzo il partito e così rinuncia al subentro e si va a fare qualche altro mese di galera come residuo di pena.

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