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Reggio, nipote di un boss pesta esponente di Fratelli d'Italia

Sul fatto è calato una cappa di silenzio ma la fonte che oggi lo rivela è prestigioso, Klau Davi, il noto massmediologo da mesi impegnato in una campagna civile contro la ndrangheta. A suo dire un esponente reggino di Fratelli d'Italia sarebbe stato pestato dal nipote di un boss per un semplice diverbio stradale

Un esponente di primo piano del partito Fratelli d’Italia in Calabria , l’avvocato Francesco Meduri, è stato pestato da Giovanni Tegano, nipote dell’omonimo boss della Ndrangheta catturato nel 2010 dall’ allora capo della procura Giuseppe Pignatone dopo 15 anni di latitanza. Secondo quanto ricostruito da Klaus Davi https://www.facebook.com/klaus.davi.9 che cita tra le sue fonti numerosi testimoni oculari nonché il titolare del bar, il fatto è avvenuto in pieno centro città all’ora dell’aperitivo, un mese fa. Secondo il massmediologo ‘i fatti sono avvenuti davanti al super trendy Caffè Noir. Ritrovo della Reggio bene, pieno città. Target 20-30 anni. Davanti al locale passeggia un avvocato conosciuto e stimato in città. Si tratta di Francesco Meduri, esponente di spicco di Fratelli d’Italia, nipote di un altro avvocato di grido e molto introdotto negli ambienti romani. Trattasi del senatore Nico D’Ascola, membro della commissione giustizia della Camera . Il professionista camminava davanti al locale con la sua ragazza quando una Smart con a bordo Giovanni Tegano (nipote dell’omonimo boss pluricondannato) e un altro ragazzo che proviene a tutta velocità per poco lo investe. Spaventato, Meduri urla ai due “vai pianoooooooo”. La cosa poteva finire li. Ma quando si richiama all’ordine il pupillo di una famiglia che detta legge in una città del sud ì, son c….. E infatti, l’auto fa il giro dell’isolato e inizia la mattanza.” Sempre secondo quanto scrive Davi “ Ad assistere alla scena impietriti oltre 50 avventori nonostante che i due avessero picchiato senza pietà anche la ragazza di Meduri che l’accompagnava . L’unico a intervenire è stato un ragazzo che ha tentato di bloccare la furia dei due giovinastri. Ma niente da fare, I due volevano la sottomissione mafiosa e l’ hanno ottenuta, affinché tutti capissero.” Klaus Davi ha interpellato lo stesso Meduri e il di lui avvocato Labate che in merito all’episodio preferiscono “non rilasciare dichiarazioni”. Il titolare del bar ha invece dichiarato a Davi in una intervista telefonica “personalmente non ho visto la scena ma nel locale sono in tanti ad averla vista. Io stavo alla cassa quando è avvenuto il problema e me l’ hanno riportata. Pertanto sono in grado di confermare che mi hanno detto che le persone sono quelle citate da lei e che molti hanno assistito alla colluttazione avvenuta però fuori dal locale sarà durata cinque dieci minuti.” Il titolare del bar dice che nessuno ha chiamato la Polizia “non era necessario era solo uno screzio.”.

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