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Montesilvano, 150 cittadini contro i bivacchi in pineta: cacciati gli stranieri


Ieri ci siamo ripresi via L'Aquila. Domani, centimetro dopo centimetro, ci riprenderemo tutta la città. Uomini, donne, anziani e diversamente abili: finalmente il popolo marcia, finalmente iniziano a tremare i palazzi della politica.

Marco Forconi, grande animatore del "comitato dei cittadini" protagonista della protesta, rivendica senza infingimenti la pulizia etnica della pineta di Montesilvano, dove si erano sistemati rifugiati allontanati nei giorni scorsi dai carabinieri dal bivacco cittadino di via Ariosto. Questo il volantino di convocazione della manifestazione a cui hanno partecipato circa 150 residenti




Domenica 2 luglio, dalle ore 18.30 e con partenza alle 19 dalla Stella Maris, si snoderà un breve corteo con presidio finale all'interno della pineta, altezza di via L'Aquila, contro i bivacchi persistenti e spaccio di droga annesso, contro il commercio abusivo sulla riviera e per chiedere la chiusura del CAS prima del termine prestabilito a livello prefettizio.
Tale manifestazione arriva a conclusione di settimane intense sul piano della sicurezza e dell'immigrazione, culminate dapprima con lo sgombero di via Ariosto per poi proseguire nell'assestamento della fase post-emergenziale. Non poco è stato fatto dall'amministrazione Maragno, tuttavia ampie zone urbane continuano ad essere colpite da un forte degrado e da una microcriminalità che getta una serie di preoccupazioni sugli equilibri sociali dei quartieri di Montesilvano, soprattutto quelli rivieraschi.
Il Comitato #RiprendiamociMontesilvano ritiene inoltre che il pericolo di nuovi ghetti in città non sia assolutamente scongiurato ed a tal proposito si chiede un monitoraggio più incisivo e più costante sullo stabile di via Isonzo, luogo di un gravissimo incidente mortale domestico nello scorso marzo.
Sarà una manifestazione assolutamente pacifica, garantita da un servizio di sicurezza interno che non consentirà variazioni di percorso o atteggiamenti che potrebbero risultare controproducenti alle finalità preposte.
Il sindaco Maragno e tutto l'assise comunale fanno benissimo a prendere in considerazione la rabbia dei montesilvanesi, che sarà sempre comunque canalizzata in maniera costruttiva e propositiva, senza però tirare troppo la corda della pazienza: saremo stimolo istituzionale ma, all'occorrenza, una fastidiosissima spina nel fianco.



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