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Migranti. E il compagno Villaggio dette ragione a Salvini

(g.p.) E' morto a Roma l'attore Paolo Villaggio. Aveva 84 anni. Era ricoverato da giorni in una clinica privata di Roma.
Genovese purosangue, è stato scrittore, autore e istrione, protagonista di una stagione storica dell'intrattenimento, tra grande schermo, radio e tv. Ha dato il volto a mille personaggi entrati nell'immaginario collettivo, primo fra tutti il ragionier Ugo Fantozzi.
"Ciao papà, ora sei di nuovo libero di volare": con un post pubblicato sul suo profilo facebook, poche parole ed un cuoricino, Elisabetta Villaggio saluta il papà. Il messaggio è accompagnato da una foto in bianco e nero che ritrae Paolo Villaggio da giovane insieme ai figli.

Estraneo per cultura e formazione politica ad ogni forma di strumentalizzazione e lontano dal solito "coccodrillo" sempre pronto in occasione di ogni dipartita di personaggi illustri del mondo della politica, del cinema, della musica, della cultura, voglio tracciare un ricordo del Paolo Villaggio politico.
Da sempre schierato a sinistra, elettore ma non militante del Partito Comunista Italiano, nel 1987, a sorpresa, annuncia la propria candidatura nelle file di Democrazia Proletaria.
Il 23 maggio del 1987, in versione ragioniere Ugo Fantozzi, Paolo Villaggio si presentò ad una tribuna elettorale. Se l'attore Gigi Reder, il mitico ragionier Filini, realizzò lo stesso anno uno spot per il Partito Social Democratico Italiano, Villaggio si candidò per Democrazia Proletaria.
Ai giornalisti che scherzando gli chiesero se una volta eletto avrebbe portato il ragionier Ugo Fantozzi in parlamento, l'attore rispose: no, perché lui ogni tanto è disonesto, Democrazia Proletaria no. Un partito per il quale l'ateo Paolo Villaggio aveva stima e fiducia, tanto da definirlo,  nel corso della tribuna elettorale, un partito davvero cristiano in un paese che convive con la chiesa da quasi 2000 anni.
Nel corso della breve tribuna elettorale, Villaggio definì Dp come un gruppo di proto cristiani ed affermò che qualora fosse stato eletto non sarebbe andato a fare il deputato perché il suo mestiere è quello dell'attore.
Il suo intento era quello di aiutare un piccolo partito, minoritario, comunista, perché se sei un handicappato, un tossicodipendente, uno sfruttato, hai una sola possibilità, il partito di Mario Capanna.
Nel collegio camerale di Roma Viterbo, Latina e Frosinone Paolo Villaggio conquistò 7997 preferenze e fu il più secondo più votato, dietro Franco Russo eletto con 8002 voti.
Le preferenze conquistate da Paolo Villaggio, all'apice della carriera, consentirono al partito di Capanna di conquistare il seggio in quel collegio.
Dopo quella campagna elettorale, per incomprensioni di varia natura, finì la storia di stima reciproca tra un piccolo ed agguerrito partito di sinistra ed un artista al top della propria carriera come scrisse diversi anni dopo Matteo Pucciarelli nel suo libro "Gli ultimi mohicani.
Dopo la candidatura politica nelle file di Democrazia Proletaria Paolo Villaggio per quasi un ventennio non rilascia dichiarazioni politiche. 
Nel mese di aprile del 2015, a sorpresa, Paolo Villaggio, intervenendo come ospite telefonico alla trasmissione radiofonica La Zanzara, condotta da Giuseppe Cruciani e David Parenzo su Radio 24, la radio del gruppo del Sole 24 ore  afferma che sugli immigrati ha ragione Matteo Salvini,  e la soluzione è solo dargli da mangiare in Africa, d'altronde le navi non servono a niente.
La soluzione di Paolo Villaggio, di fronte al dramma dell'immigrazione fu questa: via le navi da guerra, bisogna intervenire economicamente a favore di questi disgraziati che rischiano la vita in mare. Andare lì vestiti da suore, fingendo di essere buoni non serve a niente. D'altronde in Italia esiste un finto buonismo, tipicamente cattolico, con il risultato che gli immigrati muoiono in mare. Aiutarli in Africa, è la soluzione più giusta, anche se è della Lega. Lo direi anche anche se lo dicesse Hitler. Che però li voleva eliminare. Siccome non si può, è necessario aiutarli in Africa”.
Non ha stupito invece la sua dichiarazione di voto in favore dell'amico Beppe Grillo











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