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Milano, dopo il blitz di CasaPound in arrivo metal detector e tornelli a Palazzo Marino

(G.p)Metal detector, tornelli e presenza costante degli agenti della Digos all'ingresso. La svolta sulla sicurezza in comune chiesta dal sindaco Beppe Sala dopo il blitz di Casa Pound di giovedì scorsa potrebbe essere questa.
La decisione dovrebbe essere presa dopo il vertice tra il sindaco, il prefetto Lamorgese e il questore Cardona che si terrà la settimana prossima, come ci racconta la collega Federica Venni dalle colonne del quotidiano La Repubblica con un interessante articolo che riportiamo per intero.


Una ricetta che, in diverse circostanze, è stata evocata negli anni ma mai realizzata. Ma ora che i fatti di giovedì hanno portato all'attenzione un tema, quello della sicurezza delle Istituzioni, di cui si parla soprattutto da quando l'allerta terrorismo è massima, si potrebbe andare oltre gli annunci. Ad oggi, a garantire il controllo del Palazzo ci sono agenti e telecamere: un paio di vigili all'ingresso principale di piazza della Scala, tre o quattro all'interno. La squadra si rafforza, poi, durante le sedute del Consiglio presidiate da due agenti della Digos e due della polizia locale. 
Poi ci sono le telecamere agli ingressi e quelle in aula. E sono proprio le immagini girate da questi dispositivi giovedì pomeriggio che la polizia locale ha chiesto alla presidenza dell'aula di poter acquisire: "Ciò permetterà di verificare - ha comunicato l'assessora alla Sicurezza Carmela Rozza - se sono stati commessi reati, a partire dall'apologia di fascismo, e denunciare i responsabili". Non tutti, però, tra i consiglieri, sono convinti che dietro il blitz dei militanti di estrema destra ci sia stato un problema di sicurezza, ma piuttosto di strategia.
Ne è convinto Basilio Rizzo: "La questione non è su come quelli di CasaPound siano entrati, ma su come sia stato possibile che lo abbiano fatto in un giorno in cui fuori si svolgeva una manifestazione pacifica dei centri sociali e che i due schieramenti si siano trovati faccia a faccia con le conseguenze che abbiamo visto". Ed esprime più di un dubbio sui tornelli all'ingresso: "Non servono misure muscolari che diano l'impressione di allontanare i milanesi dall'istituzione, serve una maggiore attività di intelligence che tuteli anche il diritto dei cittadini a protestare".
Un'apertura, invece, arriva dalla maggioranza. Per il capogruppo dem Filippo Barberis bisogna "sentire cosa dirà la questura. Qualora indicasse la necessità di rafforzare le misure di sicurezza ne discuteremo". Per Forza Italia, il paragone da fare è quello con il Pirellone, dove tornelli e metal detector ci sono da tempo: "Il modello deve essere quello", dice il capogruppo Gianluca Comazzi.
In attesa che venga messa a punto la strategia, continua la polemica politica. Alimentata, ieri, dalle minacce ricevute su Facebook da Pierfrancesco Majorino: "Occhio al cranio, mi scrivono su Twitter (e gli haters fascistelli e vigliacchetti continuano a farlo sempre di più e con sempre più esponenti politici). Ma non capite che non ci fate nessuna paura? Andiamo avanti", ha scritto in un post l'assessore al Welfare. E sempre sui social si è consumato lo scontro tra il consigliere di Forza Italia Alessandro De Chirico e Paolo Limonta di SinistraXMilano.
Con il primo che ha attaccato "l'atteggiamento provocatorio e di sfida tenuto durante la contestazione dei militanti di CasaPound da Limonta" puntando il dito anche su alcuni commenti violenti apparsi sotto un suo post e "mai cancellati". E con il secondo che non le ha mandate a dire: "Risponderò lunedì prossimo in Consiglio, al momento mi preme solo notare che De Chirico è l'unico che giustifica apertamente i fascisti. Si vergogni".

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