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Il flop sovranista, una analisi del voto in Campania

(G.p) La tenuta del centro sinistra, il ritorno del centro destra dove riesce a presentarsi unito e coeso, il verticale crollo del movimento cinque stelle, il flop di Dema acronimo di Democrazia ed Autonomia, il movimento politico del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, il cui presidente è il fratello Claudio ed il pessimo risultato conseguito dalle liste sovraniste come Fratelli d'Italia Alleanza Nazionale e Noi con Salvini, costola centromeridionale della Lega Nord e dal Popolo della Famiglia, raggruppamento della destra cattolica guidato dal blogger Mario Adinolfi.
In Campania erano ben 88 i comuni chiamati al voto amministrativo , di cui 18 con popolazione legale superiore alla soglia dei 15 mila abitanti e per i quali viene applicato il sistema elettorale maggioritario a doppio turno. Un test elettorale importante al quale erano chiamati oltre 900 mila cittadini aventi diritto al voto e con una discreta partecipazione al voto di oltre il 68%.
Fratelli d'Italia a queste amministrative ancora non ha superato la difficile prova del voto territoriale. Infatti a livello nazionale il partito di Giorgia Meloni, è al 2,5% nonostante gli ultimi sondaggi che attestavano il partito al 4,5%.
In Campania la media nazionale è scesa ulteriormente, grazie anche allo scarso radicamento del partito nelle cinque provincie e alla guerra intestina a Napoli tra due differenti correnti di pensiero.  Su 88 comuni chiamati al voto Fratelli d'Italia riesce a presentare proprie liste soltanto in 6 comuni, 5 siti in provincia di Napoli ed 1 in provincia di Salerno.
A Napoli Fratelli d'Italia si presenta da solo ad Acerra, con un proprio candidato a sindaco ed una propria lista, a Sant'Antimo con un proprio candidato sindaco, l'ex consigliere comunale Castiglione sostenuto da una lista civica e da quella di partito. A Portici, Fdi si presenta con il simbolo riferito alla civica di Giorgia Meloni Terra Nostra, insieme ad altre liste civiche di area centro destra a sostegno del dottor Riccardo Russo.
A Bacoli, sempre con la civica Terra Nostra i locali esponenti del partito di Giorgia Meloni sostengono il candidato sindaco del centro destra Salvatore Iliano, conquistando un buon risultato, il 6,13% dei consensi.
A Melito, come abbiamo più volte raccontato, per volontà dell'onorevole Marcello Taglialatela, Fratelli d'Italia attraverso la civica Terra Nostra, allargata al Popolo della Famiglia di Mario Adinolfi ed alla civica Insieme per Melito ha sostenuto la candidatura a sindaco del dottore Pietro d'Angelo, fuoriuscito dal Partito Democratico ed esponente di primo piano del Movimento dei democratici e progressisti Articolo 1 di Pier Luigi Bersani e Massimo D'Alema.
Il candidato a sindaco Pietro D'Angelo arriva al ballottaggio, grazie al consenso del 29% dei cittadini di Melito, che lo hanno votato insieme alla variegata coalizione ad esclusione della civica Terra Nostra, bocciata clamorosamente dagli elettori con soli 200 voti di preferenza.
A Salerno e provincia, dove Fratelli d'Italia elegge un onorevole ed un consigliere regionale il partito presenta solo una lista a queste amministrative a Nocera Inferiore, conquistando il 4,86% ed eleggendo un consigliere nelle file dell'opposizione.
Ancora peggio in casa Noi con Salvini, costola centro meridionale della Lega Nord. In Campania riesce a presentare proprie liste in 3 degli 88 comuni chiamati al voto. E precisamente ad Acerra, Nocera e Mondragone.
In tutti e tre i casi i fan del felpato Matteo correvano da soli, fuori dalla coalizione di centro destra. I risultati sono stati davvero al di là di ogni più negativa aspettativa. Ad Acerra il candidato sindaco Attilio Panagrosso conquista 157 voti pari allo 0,48% mentre la lista solo 116 preferenze pari allo 0,36%. 
A Nocera Inferiore, il candidato sindaco "leghista" conquista 144 voti pari allo 0,52% mentre la lista a suo sostegno si ferma a quota 121 pari allo 0,44%.
E' davvero imbarazzante commentare i dati elettorali del Popolo della Famiglia, movimento politico guidato da Mario Adinolfi, convinto sostenitore che il suo movimento sia il  quarto polo della politica italiana.
A Melito di Napoli, il Popolo della Famiglia ha sostenuto un candidato sindaco espressione del Movimento dei democratici e progressisti, il movimento politico nato da una scissione a sinistra del Partito Democratico. Si è presentato in una lista civica, insieme anche a Terra nostra, civica di Fratelli d'Italia ed alla civica Insieme per Melito, rinunciando a parte del simbolo, quella riportante la scritta No gender nelle scuole. Il risultato complessivo della lista è di 200 voti, di cui forse una quarantina ascrivibili ai candidati del Pdf.
Ad Ischia, il simbolo del Popolo della Famiglia era unito a quello di Forza Italia. Per l'occasione candidato del movimento di Mario Adinolfi era il coordinatore regionale Raffaele Adinolfi, già candidato a sindaco alle scorse amministrative a Salerno. Riesce nell'incredibile impresa di non prendere manco un voto.







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