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Primarie, congresso, programma la Lega dà lezioni di democrazia


(G.p)Il collega Carlo Tarallo, dalle colonne del quotidiano nazionale La Verità, diretto da Maurizio Belpietro, con un interessante articolo, che riportiamo per intero, ci racconta quel che è successo domenica a Parma, dove è calato il sipario sulla Lega che abbiamo conosciuto da sempre sostituita da una Lega Nazionale, guidata da Matteo Salvini, aspirante premier per la coalizione di centro destra.



Cala il sipario sulla Lega Nord che abbiamo conosciuto negli ultimi 20 anni. Il Carroccio cambia linea politica, e il congresso di domenica scorsa a Parma è il sigillo della Nuova Lega: partito nazionalista, guidato da un leader nazionale Matteo Salvini.
Quanti avrebbero previsto, qualche anno fa, che la Lega sarebbe diventata un movimento che ambisce a raccogliere consensi anche al Sud? Pochi, pochissimi: e invece ora è cosi.
La Fiuggi di Salvini è tutta qui: in soffitta Prima il Nord e via con il Prima gli Italiani.
La linea del nuovo segretario è stata approvata dall'80% della base, chiamata ad esprimersi la domenica precedente attraverso le primarie. Primarie alle quali hanno partecipato 8000 iscritti e militanti, tutti certificati e rigorosamente controllati: saranno anche pochi ma sono voti d'oro zecchino, paragonati ai milioni di partecipanti sbandierati immancabilmente ogni volta che il fantasmagorico popolo del Pd viene chiamato a partecipare alle primarie, altrettanto immancabilmente caratterizzate però da sospetti, accuse e veleni interni proprio sulla attendibilità delle cifre sull'affluenza e dei risultati finali.
La Lega si è divisa in due mozioni chiare, limpide, quella di Salvini, e quella di Gianni Fava, assessore all'agricoltura della Regione Lombardia, guidata da Roberto Maroni.
Fava ha tentato di arginare la marcia verso sud di Salvini, ha tentato di difendere l'identità della Lega come "sindacato del nord", ha difeso le ragioni di Umberto Bossi, e ha perso.
Cosi come ha perso il Senatur: del resto, per poter tentare il grande salto verso Palazzo Chigi, Matteo Salvini aveva l'assoluta necessità di "uccidere il padre" politicamente e ci è riuscito, evitando di mortificare oltre il necessario( i fischi al congresso sono stati l'unica nota stonata subita da Bossi) il vecchio e stanco ex leader che ieri ha comunque dichiarato di voler restare nella Lega, pur non condividendo la linea di espansione verso il sud : alla fine devi decidere per chi farai gli interessi, o per la Padania, oppure per Roma, ha spiegato Bossi, spazzando via ogni voce di scissioni o adii, tenendo ferma, ma dall'interno del aprtito, la sua linea.
Io resto indipendentista e resto nella Lega. Ho 3 anni di tempo per ricostruire la nostra proposta, ha commentato dal canto suo il candidato sconfitto Gianni Fava, ed è chiaro a tutti che la convivenza delle due anime all'interno della Nuova Lega finirà per aiutare lo stesso Salvini, che non vedrà disperdersi i consensi dei militanti leghisti( pochi) che non vedono di buon occhio la nazionalizzazione del partito.
Un concetto che è stato espresso ieri, con la consueta chiarezza, da Roberto Maroni: noi ovvero io Zaia e tanti altri, ha detto il presidente della Lombardia continuiamo a tenere alta la bandiera del Nord, ovviamente, ma non contro la linea nazionalista uscita ieri, anzi. Più la Lega si sposta dai territori tradizionali di insediamento, più deve essere tenuta alta la bandiera della questione settentrionale. Cosa che io intendo continuare a fare.
Dal congresso quindi viene fuori una Lega nella quale, come in tutti i partiti, convivono diverse anime, diverse sensibilità, unite però su punti fondamentali del programma: immigrazione, Europa, sicurezza politica estera. In un'Italia nella quale le forze politiche, a partire dal Movimento cinque stelle cambiano idee su tutto ogni 5 minuti, c'è un partito che propone un programma chiaro ed un leader autorevole, che si candida alla premierhip.
Può piacere o no, ma Matteo Salvini è in campo e punta in alto. Insieme alla sua nuova Lega, divisa ma non spaccata. La Lega Italiana.


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