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Nuovi guai giudiziari per Fini: l'amarezza dei colonnelli

(G.p)Dopo le iperboli per Francesco Totti, ecco le canzonature per Gianfranco Fini. Dallo stadio Olimpico ai corridoi del Palazzo, il bello della cronaca e'l'alimentare ogni giorno un sentimento forte: domenica l'amore, lunedì lo stizzito sconforto.
I nuovi guai giudiziari dell'ex Presidente della Camera dei deputati nonche' ultimo segretario di Alleanza Nazionale non potevano non innescare critiche e polemiche politiche sostenute dai suoi ex sodali.
Francesco Storace, in gioventu' capo ufficio stampa del Movimento Sociale Italiano, su un noto social network cosi commenta i nuovi guai giudiziari di Fini: se l'indizione al suicidio non fosse reato, suggerirei a Fini di spararsi. Diceva di essere un coglione. Forse qualcosa di peggio. Un impietoso tweet sotto il quale campeggia la fotografia di Giorgio Almirante, cui gli affezionati militanti ed elettori della fiamma hanno rimproverato di aver puntato su un delfino come il compagno della signora Elisabetta Tulliani.
Un ladro, era solito affermare Almirante, va messo in galera. Se il ladro e' uno dei nostri merita l'ergastolo era la citazione piu' ripreva dai militanti della destra sui social network.
Oltre la forte dichiarazione di Storace ed il naturale sfogo di onesti e generosi militanti missini ci sono posizioni piu' prudenti. 
Come quella di un finiano pentito convertito al berlusconismo della seconda maniera, Altero Matteoli che afferma: i reati sono personali, noi non sapevamo niente, anche della casa di Montecarlo, dell'esistenza all'estero di proprieta' ereditate dal partito. D'altronde l'unico che era a conoscenza dell'esistenza della casa di Montecarlo,ad onor del vero, era il fedelissimo deputato Donato La Morte.
Maurizio Gasparri sottolinea la disistima politica nei confronti dell'ultimo presidente di Alleanza Nazionale datandola 2009, quando ci fu un festeggiamento ristretto presso l'abitazione del presidente della Camera in occasione del battesimo della seconda figlia avuta dalla Tulliani. In quell'occasione era presente Corallo, ma non c'era Gasparri, perché non fu invitato.
All'interno di An, Andrea Ronchi era considerato un finiano doc, ovvero uno dei fedelissimi del leader di cui è stato per anni portavoce e a cui deve tutta la carriera da deputato a ministro, dice: " Della vicenda non voglio parlare, ma non in quanto tale: è perché non ho mai voluto fare un commento da quando ho terminato la mia esperienza politica".
Adolfo Urso, che anche lui è uscito dalla politica e ha una società di consulenza per il commercio estero (dall'Albania a Cuba, dalla Bulgaria, all'Eritrea fino al Sudafrica e all'Iran), confessa : " Non mi piace parlare di questa vicenda, Fini fa parte della mia storia politica, una parte della mia vita che è ormai chiusa. E allo stesso tempo non voglio fare parte di plotoni di esecuzione".

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