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Battipaglia: 48 anni dopo la rivolta. Due morti e centinaia di feriti.

(G.p) Il collega Giovanni Coscia, con un interessante articolo che riportiamo per intero, ci descrive quel che successe l'8 ed il 9 aprile del 1969 nel comune della provincia di Salerno, passata alla storia come la rivolta di Battipaglia che fu uno dei momenti in cui la fisionomia del Sud e la problematicità del suo rapporto con il potere vennero maggiormente in luce.
Delle rivolta di Battipaglia, ci parla anche Stefano Delle Chiaie, a pagina 84 del libro L'Aquila ed il Condor con le seguenti parole: " Per questo partecipammo alla rivolta agricola di Avola, nel dicembre 1968, dove i braccianti avevano bloccato le campagne per ottenere il rinnovo del contratto di lavoro che tenesse conto delle rivendicazioni salariali e dove la polizia aveva sparato sulla folla uccidendo due scioperanti.  Poi a quella di Battipaglia, nell'aprile del 1969, il cui obiettivo era impedire la chiusura dello zuccherificio e del tabacchificio; anche qui la polizia aveva sparato uccidendo Teresa Ricciardi, una giovane professoressa colpita da un proiettile vacante e l'operaio Carmine Citro.
A Roma c'era stata immediatamente una manifestazione di solidarietà per i fatti di Battipaglia terminata con numerosi arresti di avanguardisti".



Quasi mezzo secolo sono trascorsi da quei tragici giorni, che videro la città di Battipaglia, avvolta nella morsa di una guerriglia civile. Due giorni rimasti nella storia, e che forse, in quel tempo, nessuno mai ci avrebbe creduto. 8 e 9 Aprile 1969. La città insorse tutta. Una protesta generale, che vide l'univocità degli intenti, affinchè la protesta sindacale, portasse lavoro in città. Quella agognata speranza di lavoro, che poteva consentire a tanta gente e tante famiglie di poter guardare il futuro con maggiore certezza. Una protesta, che bloccò anche la FIAT a Torino, che annovera nei fatti della sua storia, come il primo giorno di sciopero, a sostegno degli operai e degli scioperanti di Battipaglia. Eppure lo ripetiamo da sempre. Ogni anno la stessa storia; gli stessi manifesti; gli stessi slogan. Il ricordo non si cancella e la storia è il monito di quanto accaduto. Il comune organizza manifestazioni a ricordo di quei tragici eventi. Ed è giusto che sia così. A questa città, è rimasto solo quel ricordo. Spogliata da tutti e di tutto, Battipaglia è nel dimenticatoio della politica che conta. Nel dimenticatoio, va detto, dei suoi stessi abitanti, inermi e perchè no, incapaci di sollevare il setaccio di una minima protesta, per le vicende accadute negli ultimi anni. Non stiamo certo a ripercorrere quanto accaduto, ma 5 commissari prefettizi, venuti a sostituire gli altrettanti sindaci, la dicono abbastanza lunga su cosa è diventata questa città. Il ricordo poi di due vittime, rigorosamente effigiate in due busti che ricordano i loro volti. Li, su quelle scale che lasciano l'arrampicata a palazzo di città, le statue di Carmine Citro e Teresa Ricciardi, imperano su ogni cosa e su ogni considerazione. In questi anni, ripeto, abbiamo parlato di tutto e di tutti. Di questi 48 anni, che la città replica con dolore a ricordo soprattutto delle due vittime, sulle quali, mai è calata l'attenzione di quanto avvenuto. Una lapide ricorda la morte di Carmine Citro, avvenuta in via Rosselli, la strada che prosegue per via Gramsci a stretto contatto col municipio. La polizia aprì il fuoco contro i manifestanti e tra questi il giovane che poi perse la vita. Ma vorrei soffermarmi sulla morte di Teresa Ricciardi. La giovane insegnante, morta sulla finestra di casa, nella centralissima via Italia, a causa, almeno si dice, di un proiettile vagante sparato da un agente delle forze dell'ordine. L'errore è qui, in quanto la giovane al terzo piano, nel mentre osservava i manifestanti respinti dalle stesse forze dell'ordine, veniva raggiunto da un proiettile sparato dai militari. Eppure, sembra, che non vi fosse l'ordine di sparare. I bastoni dei manifestanti, non potevano opporsi ai manganelli ed alla certo migliore organizzazione anti sommossa di carabinieri e polizia. Uno di quest'ultimi, nei fatti, sparò, si dice, un colpo in aria per disperdere i manifestanti. Ma il colpo non doveva essere sparato verso l'alto? verso il cielo? Invece il calibro 9 colpì a morte la giovane Teresa Ricciardi, nella disperazione generale. I funerali della stessa, furono altrettanto tragici, perchè in quel momento, i due feretri, vennero accompagnati dalle proteste incessanti della popolazione. Ma chi sparò quel proiettile? E' possibile lasciare tutto impunito? Nei ricordi della memoria, mi va di ricordare questo episodio ed a quanto sembra, possa esserci addirittura un vecchio filmato in formato 8, che avrebbe ipoteticamente impresso in qualche fotogramma quello sparo. Ne sono alla ricerca, ma ai battipagliesi tutti, vorrei ricordare questo ultimo episodio. Così come quello di Carmine Citro. Possibile definire almeno l'ultimo come un probabile omicidio colposo? Nessuna polemica sia chiaro, ma nessuno ha ami avuto il coraggio o la forza di chiedersi quanto accaduto in quei tragici momenti in via Italia, nel lontano 1969. Teresa Ricciardi fu colpita veramente da un proiettile vagante?

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