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Grosseto, fermati due antifa sorpresi sul tetto della sede di CasaPound da inaugurare oggi

Un uomo ed una donna, entrambi giovani, sono stati fermati dalla polizia a Grosseto perché sospettati di preparare un attentato alla nuova sede di Casa Pound la cui inaugurazione, preceduta da polemiche e proteste, è in programma per stasera nel capoluogo della Maremma. I due sono caduti in trappola per una clamorosa imprudenza: sono saliti sul tetto dell'edificio mentre pochi metri sotto i fascisti del terzo millennio erano ancora presenti nei locali, attorno alle tre del mattino. I militanti di Casapound stavano infatti ancora allestendo la nuova sede. Hanno notato una persona che sul tetto dello stabile stava facendo delle scritte con una bomboletta di vernice spray. Hanno chiamato la polizia che, intervenuta, ha sorpreso i due giovani. Sul posto gli investigatori hanno trovato elementi che possono far pensare alla preparazione di un attentato, forse con bombe carta. Attualmente è in corso una verifica da parte degli artificieri. I due sono in stato di fermo in questura.
Nei giorni scorsi uno dei sindacati di polizia, la Silp-Cgil, aveva lanciato l'allarme per l'apertura della sede, sottolineando l'alto numero di militanti inquisiti (400 tra arrestati e denunciati dal 2011). Secca la replica del capo, Gianluca Iannone: 
“Tissone, da buon poliziotto, dovrebbe credere nella presunzione di innocenza e leggere le informative del Viminale, piuttosto che fare politica di quart’ordine per una sinistra che sta diventando sempre più indifendibile: invece di diffamarci, pensi a stigmatizzare quanto di vergognoso hanno combinato nelle ultime settimane gli antifascisti a Bologna, a Genova o a Milano. Senza parlare di Firenze, dove un suo collega è rimasto gravemente ferito per l’ottusità criminale dell’antifascismo militante, che ha fatto esplodere una bomba davanti a una libreria vicina al nostro movimento. Tissone potrebbe prendersela con chi mette le bombe. Invece, alla faccia della libertà di pensiero, arriva al paradosso di sostenere che CasaPound, associazione di promozione sociale legalmente riconosciuta, non dovrebbe aprire una sede a Grosseto per evitare un problema di ordine pubblico. Poi tira in ballo il vicepresidente del movimento ‘fermato durante alcuni scontri a Roma': ebbene, vogliamo fargli sapere che Simone Di Stefano è stato arrestato mentre difendeva in modo non violento due famiglie italiane da uno sgombero ingiusto, e non assaltando la sede di un movimento politico concorrente come fanno ogni giorno gli emuli della Resistenza da lui decantata. D’altronde, queste cose non siamo solo noi a dirle. È un’informativa del Viminale ad affermare che la violenza proviene sempre dai centri sociali che cercano di negare l’agibilità a CasaPound. Il presidente del Silp pare non aver letto quel documento, eppure sembra citare la risposta del ministero dell’Interno all’interrogazione di Pd e Sel che chiedevano ‘spiegazioni’ su quell’informativa così ‘benevola’ e conto dei procedimenti penali contro di noi. Il ministero ha risposto che i nostri attivisti negli ultimi cinque anni hanno collezionato 359 denunce. Ma, a fronte di quelle 359 denunce, quasi sempre relative a manifestazioni e occupazioni temporanee, CasaPound ha un solo condannato in via definitiva. Senza dubbio un record tra le forze politiche in Italia, e anche tra quelle sindacali”.
Iannone è stato facile profeta.

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