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Video-lottery l'ultimo scivolone di Laboccetta



di Ottavio Lucarelli

E' tornato in carcere dopo un quarto di secolo. Dopo un'assoluzione, due libri e un proscioglimento. Amedeo Laboccetta, ex missino, ex parlamentare Pdl e fino a giugno scorso, presidente dell'acquedotto vesuviano Gori è stato arrestato dalla procura di Roma nell'ambito di una inchiesta su un'associazione per delinquere transnazionale relativamente al riciclaggio internazionale di proventi del mancato pagamento delle imposte sul gioco on line e sulle video lottery. Il tutto grazie ad una galassia di società offshore sparse in mezzo mondo.
In manette, nell'indagine del procuratore Giuseppe Pignatone è finito anche l'imprenditore Francesco Corallo, figlio di Gaetano, ritenuto il cassiere del potente clan catanese dei Santapaola. Mentre sono indagati Sergio e Giancarlo Tulliani, suocero e cognato dell'ex presidente della Camera Gianfranco Fini. 
Laboccetta ex coordinatore cittadino del Pdl, era finito in carcere e poi assolto nella tangentopoli napoletana anni 90 e in quell'occasione scrisse un primo libro Grand Hotel Poggioreale.
Pochi mesi prima aveva rilevato, diffondendo un nastro trovato nella buca delle lettere, un intreccio che vedeva il questore dell'epoca Vito Mattera impegnato a proteggere mediaticamente il sindaco socialista Nello Polese.
Laboccetta è poi finito di nuovo sotto i riflettori, quando era deputato Pdl, proprio per i rapporti con Corallo. Nel novembre del 2011 la Guardia di Finanza svolse una perquisizione negli uffici romani di Francesco Corallo, azionista della Atlantis, nell'ambito di una inchiesta della Procura di Milano su presunti finanziamenti illeciti che la medesima società avrebbe ricevuto dalla Banca Popolare di Milano. Nel corso della perquisizione, Corallo si oppose al sequestro di un computer portatile e sul posto piombò Laboccetta che rivendicò la titolarità di quel computer. Laboccetta in seguito ha provveduto a consegnarlo alla Procura di Milano dopo aver cancellato alcuni contenuti che il parlamentare Pdl dichiarò riferiti alla sua attività politica, in particolare agli elenchi delle persone iscritte al Pdl di cui Laboccetta era coordinatore a Napoli.
La procura di Milano aveva chiesto dalla Camera l'autorizzazione al sequestro del computer ma la procedura si concluse senza deliberazione in seguito alla riconsegna del computer.
Ora la nuova pesante accusa che sorprende i suoi vecchi amici del Movimento Sociale adesso in Fratelli d'Italia. Per il deputato Marcello Taglialatela tutti sanno da tempo che Laboccetta è uomo di fiducia di Corallo, ma certo dispiace e mi auguro che Amedeo dimostri la sua estraneità.
Personalmente ho presentato un disegno di legge con Giorgia Meloni contro la piaga delle slot machines in Italia.
Sorpreso anche Luciano Schifone, dirigente nazionale di Fratelli d'Italia: sembrava una vicenda chiusa dopo la restituzione del computer. Non immaginavo un risvolto di questo tipo. Speriamo che Amedeo spieghi tutto e esca di nuovo da questa vicenda.
Vicenda che Laboccetta ripercorre nel suo ultimo libro dove racconta di immersioni e vacanze caraibiche a Saint Martin.  In un capitolo "Il paradiso di Corallo"descrive cosi l'incontro con l'imprenditore siciliano: mi ha cambiato la vita.

Fonte La Repubblica di mercoledì 14 dicembre


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