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Lanciano: lavori socialmente utili ai clandestini, CasaPound: ‘le istituzioni dimenticano gli italiani’


(G.p)La convenzione stipulata dal comune di Lanciano con la cooperativa Matrix che ha in gestione un centro di accoglienza, per l'impiego dei clandestini ospiti nel centro in lavori socialmente utili trova la contrarietà della locale sezione di Casa Pound Italia come ci racconta, con un interessante articolo pubblicato sul periodico on line lancianese City Rumors il collega Francesco Rapino.


Durissimo il commento di CasaPound Italia alla notizia della convenzione stipulata dal Comune in accordo con la cooperativa Matrix, che ha in gestione il centro di accoglienza di Villa Elce, per l’impiego dei clandestini ospiti nel centro in lavori socialmente utili.

“Siamo all’assurdo. E’ evidente ormai come contro ogni buon senso, che vorrebbe gli italiani al primo posto nelle politiche sociali e lavorative nella propria terra, si stia venendo a creare un vero e proprio canale privilegiato per l’avviamento al lavoro degli immigrati alimentato dall’enorme flusso di denaro che il governo devia dalla spesa sociale per alimentare un sistema, quello dell’accoglienza, che di fatto è un business per poche cooperative e privati”. Così Marco Pasquini, responsabile CasaPound Italia per la città di Lanciano, in una nota.



“La gratuità della prestazione lavorativa svolta dagli ospiti dei centri – prosegue Pasquini – che ricordiamo essere nella quasi totalità clandestini privi dei titoli per ottenere lo status di rifugiato, non per preferirli agli italiani per i lavori socialmente utili. Attraverso lo sportello lavorativo attivo presso la nostra sede, abbiamo potuto constatare come uno dei principali problemi riscontrati dai giovani per l’avvio al lavoro, sia la mancanza di formazione e di esperienza. Si puo’ stare certi che i corsi di ‘falegnameria e giardinaggio’ che gli immigrati frequentano, così come le ore di lavoro che andranno a svolgere, risulterebbero utili anche ai tantissimi nostri concittadini che non possono usufruire nella loro terra alle stesse opportunità riservate a chi vi sbarca da clandestino”.

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