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Tosi: “Trump è un vincente. Salvini che lo scimmiotta è ridicolo e patetico”


(G.p)Ad onor del vero, Flavio Tosi, ex esponente di primo piano della Lega Nord per l'indipendenza della Padania, attuale sindaco di Verona ed leader di Fare e Matteo Salvini non si erano mai tanto amati. Diversi orizzonti, diversi modi di intendere la politica, diversi obbiettivi politici, come dimostra l'intervista rilasciata da Flavio Tosi al collega Amedeo La Mattina e pubblicata dal quotidiano torinese La Stampa, nella quale il primo cittadino di Verona critica chi paragona Salvini al Trump d'Italia, ricordando come l'attuale presidente americano sia un magnate, capace di creare un impero economico ed una volta impegnatosi in politica sia stato in grado di vincere una sfida elettorale durissima, mentre Matteo Salvini ha dimostrato di saper perdere, finanche due roccaforti leghiste come Varese e Padova ed in queste condizioni vuole fare il leader del centro destra.
Intervista che pubblichiamo per intero. 

“Salvini che fa il Trump d’Italia è ridicolo, patetico. Non condivido molte cose del nuovo presidente degli Stati Uniti, né dal punto di vista della comunicazione né dei contenuti: molte cose promesse sono irrealizzabili. Una strategia poco rispettosa degli elettori. Vedo che ora Trump sta aggiustando il tiro rispetto alla campagna elettorale, ma in ogni caso lui è un magnate, uno che ha dimostrato di saper creare un impero e vincere una durissima sfida elettorale. Salvini invece ha dimostrato di saper perdere. Ha perso Varese, che era una roccaforte leghista. Ora ha perso Padova a causa degli atteggiamenti di Bitonci e Rovigo non sta messa tanto bene. E vuole fare pure il leader del centrodestra...”. 


Sindaco, lei nel 2015 ha rotto con la Lega e ha abbandonato il partito insieme a sei parlamentari del Carroccio. Ora sembra che il vento lepenista e trumpista stia soffiando sulle bandiere verdi del suo ex partito?
“Aspetterei prima di considerare Salvini un leader capace di vincere le elezioni politiche. È capace più di rompere che di costruire. A Padova Bitonci è stato sfiduciato dai consiglieri di Forza Italia per il suo atteggiamento di arroganza inaudita, proprio come quello di Salvini. Bitonci è un Salvini in salsa veneta. Ha modi di fare inaccettabili. E non è vero che Berlusconi non ne sapesse niente di quello che accadeva a Padova: ricordo che il commissario Furlan è stato nominato e riconfermato proprio da Berlusconi. Il quale non ha dato alcuna indicazione per far cadere Bitonci, ma sicuramente sapeva”.

Salvini minaccia ritorsioni sul sindaco di Venezia Brugnaro.
“Non vedo pericoli per Brugnaro. La Lega ha due assessori in giunta ma non è determinante per la maggioranza che governa Venezia. Salvini parla a vanvera. Vedo invece in pericolo un’altra giunta leghista, quella di Rovigo, dove il sindaco Bergamin le spara grosse, fa lo spaccamontagne. Un altro Salvini in sedicesimi”.

Alfano chiede a Berlusconi di rompere con Lega e fare un centro moderato e liberale. Lei è certamente d’accordo, ma è credibile una prospettiva del genere?
“Io non escludo una soluzione del genere. Se vince il Sì al referendum, ci sarà un raffreddamento molto forte tra Salvini e Berlusconi: significherebbe che larga parte di Forza Italia e del centrodestra avrà votato Sì. Del resto questa riforma Berlusconi la condivide perché l’ha scritta insieme a Renzi e l’ha pure votata. Se vince il No, si farà un governo di larghe intese per portare avanti la legislatura con Pd e Fi. La Lega non ci starà mai”.



Salvini però ci prova a fare il leader del centrodestra e a candidarsi a premier: non gli riconosce nemmeno il coraggio di metterci la faccia? “Coraggio? Il centrodestra alle politiche perde con certezza se Salvini mantiene la sua pretesa di essere il capo del centrodestra. Il ballottaggio sarebbe Renzi e uno dei 5 Stelle. Berlusconi è una persona con la testa sulle spalle, ci tiene a far pesare i suoi voti a Roma mentre Salvini cerca di prendere quanti più voti possibili per fare il capo dell’opposizione”.


Quindi nessun vento americano su Salvini?
“Capisco che c’è il voto di protesta, ma Trump non è un poveraccio che viene dai ghetti, non è Salvini che è stato doppiato a Milano da Forza Italia. Se non era per Parisi candidato, il centrodestra non sarebbe arrivato al ballottaggio. A Roma e a Torino poi la Lega ha fatto un grande flop. Salvini non è vincente”.


Lei tifa per il Sì al referendum. Perché?
“Per le conseguenze sull’economia italiana. Molti investitori attendono l’esito prima di portare i loro soldi in Italia. Molti piani industriali sono rinviati a dopo il 4 dicembre. Un esempio tra i tanti: i soci principali di Unicredit, arabi, tedeschi, inglesi e americani, faranno l’aumento del capitale solo se vince il Sì. Lo stesso accadrà per il Monte Paschi di Siena”.

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