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Forza Nuova entra a Ferrara: “Vinceranno le forze patriottiche e cristiane”


(G.p)Si è svolto regolarmente e pacificamente il corteo di Forza Nuova a Ferrara. Circa una settantina i partecipanti, guidati dal segretario nazionale Roberto Fiore.
La collega Silvia Franzoni dalle colonne de L'Estense. com ci racconta, con un interessante articolo, che riportiamo fedelmente l'entrata di Forza Nuova a Ferrara ed i motivi della manifestazione.


Forza Nuova entra su Ferrara”. Ad annunciarlo è il segretario nazionale del movimento di estrema destra in persona, Roberto Fiore, giunto in città con una sessantina di militanti “con un messaggio drammatico ma di speranza”. Il corteo si prepara a partire dalle 10 di questa mattina, scortato dalle forze dell’ordine dispiegate numerose per l’occasione. Ma non ci sono disordini e il corteo sfila compatto al grido di “basta immigrazione, fermiamo l’invasione” tra corso Isonzo, corso Piave e in piazza XXIV Maggio.

“Non siamo vicini alle elezioni quindi la nostra non è demagogia – così Roberto Fiore sulle ragioni della mobilitazione – Forza Nuova sarà in 20 piazza del Nord Italia, eravamo 250 a Como e 500 a Verona l’altro giorno, e chiediamo questo: il blocco immediato dei flussi migratori e che gli interventi finanziari europei smettano di esser convogliati all’emergenza migrazione e vadano invece a sostegno dei terremotati”.

Quella dei forzanovisti è una denuncia tutt’altro che pacata: le bandiere nere si scagliano subito contro la cooperativa Camelot che sarebbe “a capo di un racket – urla forte e chiaro Luca Castellini, coordinatore di Forza Nuova per il Nord Italia – da 5 milioni di euro, con il culo parato dal ministro Franceschini”; poi contro i numeri delle percentuali di stranieri in città, che sarebbero falsati e si aggirerebbero “attorno al 17%, come in ogni città in cui ormai ci sono quartieri off-limits”.

Ma il corteo vuole farsi voce di un disagio più ampio, chiamando a raccolta “imprenditori e madri di famiglia, la città tutta perché si svegli” e denunciando quella che definiscono un’invasione: “Noi siamo per l’azione – continua – gli altri connazionali avranno la colpa di non aver fatto niente”. Ma i ferraresi, tra i circa 60 presenti, sono 6 o 7: tutti gli altri arrivano da città vicine, e soprattutto dal territorio Veneto. E appena dalle finestre di corso Piave si alza un sonoro ‘pagliacci’, il megafono risponde con un poco lusinghiero “torna a farti le canne”. La replica continua più avanti: “Dove sono gli antifascisti, i centri sociali, i figli di papà? Il popolo è qui e scende in strada, non serve avere parlamentari bisogna essere qua”.

La ragione dichiarata della mobilitazione è la denuncia “dell’infame business di Camelot”: se ne parlerà poco, in realtà, nelle grida di Castellini, che preferisce ampliare il discorso a livello generale. Così i nemici sono i “vampiri succhiasoldi”, ovvero “gli aitanti neri” che raggirano gli italiani: se un recente servizio li vede adoperarsi per portare aiuto nelle zone colpite dal recente sisma, queste “sono tutte cazzate – grida Castellini – a loro non gliene frega nulla di quello che stanno facendo, sono gli italiani che aiutano gli italiani”.

Gli stranieri “devono essere aiutati a casa loro” perché “la loro inciviltà è incolmabile”: “Dobbiamo anche insegnargli a mangiare con le forchette”, ironizza Castellini elencando quelli che paiono i punti del fardello dell’uomo bianco.

Alle parole di Roberto Fiore è invece affidata una rapida lettura del contingente in quello che sembra un vero e proprio discorso di propaganda: si parla di un “attentato all’integrità dell’Italia” perpetuato ormai da anni prima con la creazione di una “crisi artificiale” per affondare la classe media, poi con il colpo “al concetto di famiglia inferto dal gender e dalle unioni civili”, infine “la mazzata del terrorismo, perché ormai è ovvio che agli sbarchi sia legato il problema dei terroristi”.

L’unica risposta possibile, conclude Fiore, è l’azione: la presentazione di un futuro dipinto come apocalittico – fatto solo di “famiglie gay, droga e distruzione del tessuto sociale” – serve soltanto da prologo per la soluzione, che è ben presto servita: “quando Forza Nuova entra in una città, per quella città inizia la speranza, la nostra grande scommessa è che vincano le forze patriottiche, cristiane e sociali”.

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