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Carlo Porcaro presenta V(u)otazioni il ritratto di una città distante dalla politica



Mercoledì 13 Luglio, presso la sala Cirillo della Città Metropolitana di Napoli, sita in Piazza Matteotti è stata proiettata in anteprima "V(u)otazioni" un interessante docu-film auto prodotto dai giornalisti Carlo Porcaro e Marco Sales, di cui consiglio una attenta visione del trailer.

In esclusiva per i lettori di fascinazione intervisto il collega Carlo Porcaro, collaboratore de Il Mattino e coordinatore dell'agenzia giornalistica Omni Napoli al quale pongo alcune domande su questo suo primo docu film


1)Cosa racconta il tuo primo docu film V(uotazioni) e come mai questo titolo?

E' un gioco di parole sulle elezioni come vengono chiamate a Napoli, votazioni, e le azioni vuote che troppo spesso rischia di ingenerare la politica lontana dai cittadini. Il documentario può essere la forma più idonea a raccontare l'indifferenza "a-politica" più che anti-politica della società rispetto alle dinamiche della pubblica amministrazione che invece dovrebbero interessarle eccome.


2)Il docu film V(u)otazioni racconta Napoli sotto elezioni, dal mese di marzo al 30 giugno, che campagna elettorale ha visto in qualità sia di attento giornalista di politica e di semplice cittadino?
La campagna elettorale è stata brutta, è vero, come dicono in tanti. Carica di odio, soprattutto. Ma l'aspetto più impressionante è che non abbia spostato un voto, rispetto ai sondaggi di tre mesi prima del voto.


3)Che città hai potuto ammirare in questi 4 mesi vissuti da regista? Una città attenta ed interessata al dibattito politico oppure indifferente ed indipendente?

Il regista è Marco Sales, abile fotoreporter e video maker. Io sono stato co-autore e sceneggiatore, ma il percorso narrativo lo abbiamo scritto insieme. La città dà la sensazione di vivere in una bolla, con le proprie regole che nessuno deve toccare. Se qualcuno le tocca dall'esterno, gridiamo subito allo scandalo e ci mettiamo sulla difensiva. Noi, dall'interno, ormai siamo abituati ma non è una dinamica corretta, normale. Come dice il filosofo Aldo Masullo, Napoli attrae in quanto diversa: lo è nel bene e nel male, ma a viverci tutti i giorni ci siamo noi.


4)Il corpo elettorale partenopeo, per la seconda volta, sempre al ballottaggio, ha democraticamente scelto Luigi De Magistris come sindaco. Sinceramente te lo aspettavi, nonostante questa volta aveva maggiori avversari più qualitativi rispetto a cinque anni fa?

Me lo aspettavo. Non è certo colpa di de Magistris se si è ritrovato a destra lo stesso concorrente debole di 5 anni fa che ha preso l'identica percentuale del 2011 e se il Pd continua a farsi male con le primarie. I pochi che sono andati a votare li ha gasati il sindaco uscente, con la formula anti-renziana e pro-autonomia. Ai fini elettorali, è stata vincente.

5)Anche questa volta il Partito Democratico ha organizzato le primarie per la scelta del candidato sindaco di Napoli ed anche questa volta sono state caratterizzate da imbrogli, che hanno impedito la candidatura a sindaco dell'ex governatore della regione Campania Antonio Bassolino, resi noti grazie alle immagini trasmesse da fan page. Come mai il principale partito del centro sinistra italiano a Napoli non riesce ad organizzare primarie regolari come in tutto il resto d'Italia?

I brogli alle primarie non sono provati, si tratta di sospetti su episodi comunque tristi che certo non invogliano a partecipare alla vita democratica. Il Pd deve cominciare a decidere, a contare rispetto a Roma, non deve vivere una sorta di inferiorità nei confronti del centralismo. Avviasse davvero il rinnovamento generazionale. Che certo non poteva passare per Bassolino.


6)Come ben sai il sito fascinazione.info si occupa di fascisteria e destra radicale tra storie, rappresentazioni e leggende, che impressione ti ha fatto vedere candidati nelle file di due liste che appoggiavano De Magistris, l'ex segretario cittadino de la Destra, Sergio Angrisano e lo storico consigliere già circoscrizionale ora municipale Giuseppe D'Aprile?

De Magistris piaceva e piace molto anche a destra. Lo si vede come uomo forte che si fa sentire. Invece rappresenta ciò che resta della sinistra a Napoli. Ha radici e vocabolario comunista, metodi comunicativo del Terzo Millennio. Chi da destra stava con lui lo ha fatto soprattutto per cercare una poltroncina.

7)Che giudizio dai alla campagna elettorale di Fratelli d'Italia Alleanza Nazionale che ha deciso di correre in solitaria, candidando l'onorevole Marcello Taglialatela a sindaco?

Fratelli d'Italia ha voluto fare un dispetto a Lettieri, il quale però ha avuto il demerito - prevedibile - di non aver cementato una coalizione che fosse prima politica e poi eventualmente civica. Il civismo qui da noi, e il documentario testimonia, vale relativamente.

8)La destra di provenienza e cultura missina che sosteneva le ambizioni di Gianni Lettieri, candidato sindaco per il centrodestra, uscita con le ossa rotte da queste elezioni, con soli 2 consiglieri comunali eletti Marco Nonno per la lista civica Prima Napoli e Andrea Santoro per la lista civica Napoli Capitale, espressione di Azione Nazionale, movimento composto dai cosiddetti quarantenni usciti sconfitti dall'ultima assemblea della fondazione di Alleanza Nazionale, da dove deve ripartire per acquisire di nuovo il suo peso specifico e dignità politica e non cadere nell'oblio.

Nonno e Santoro erano e restano quelli con i voti, in quanto radicati nei loro quartieri. Il concetto di destra, nuova o vecchia che sia, mi pare oggi incarnato al massimo da Salvini e Meloni che scontano però la difficoltà di espandersi fuori dai rispettivi confini territoriali. Se Napoli non sente più l'odore della politica storicamente intesa, vale per tutti. In città c'era e c'è solo de Magistris, con il suo portato che scade nella demagogia, chiamato a risolvere i problemi della città, gli evergreen.

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