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De Magistris fa il bis e apre ai democratici,crolla il centro destra


(G.p)Nel deserto di un astensione record, in virtù del quale il 64% del corpo elettorale partenopeo non si è recato alle urne, nonostante una brutta giornata, non proprio da mare, nel più facile e scontato dei modi è arrivata la vittoria con la relativa riconferma a sindaco di Napoli di Luigi De Magistris.
Tale vittoria coincide con la catastrofe, di proporzione bibliche del Partito della Nazione, che al ballottaggio si era stretto intorno alla figura dell'imprenditore prestato alla politica Gianni Lettieri.
Con il candidato civico Lettieri, gradito all'ex premier Silvio Berlusconi e sostenuto da Forza Italia e da grandi settori del centro destra, si sono schierati in queste due settimane i moderati, i fan di Verdini e del ministro Alfano che il 5 giugno erano alleati con la candidata del Partito Democratico Valeria Valente e pezzi abbastanza consistenti del Partito Democratico napoletano, in particolar modo i renziani della prima ora ed i seguaci del ministro della Giustizia Orlando.
Anche il braccio destro di Valeria Valente, Giuseppe Balzamo, in zona Cesarini, usando un termine tanto caro agli amanti dell'italico pallone, ha inviato lettere su carta intestata del Partito Democratico con il chiaro invito ad iscritti e simpatizzanti del partito guidato dal premier Renzi a preferire, al ballottaggio, il candidato civico Lettieri.
La chiamata alle armi anche del mondo missino, che in caso di vittoria di Lettieri avrebbe avuto nove rappresentanti in consiglio comunale, contro il sindaco più anti renziano d'Italia non è servita a nulla. Le urne sono rimaste clamorosamente vuote.
D'altronde il sindaco uscente ha dimostrato di essere discretamente in connessione politica e sentimentale con il popolo napoletano, soffiando forte un vento autonomista e antigovernativo, sposando in toto i temi classici dell'ambientalismo, tanto cari ai grillini e al secondo turno, ha stravinto con percentuali di poco superiori a quelle del 2011, quando al ballottaggio, sempre contro Lettieri, raggiunse quota 65%.
Ora tocca a De Magistris governare la terza città d'Italia per 5 anni. Primo atto sarà la costituzione della giunta. Da indiscrezioni ricevute, ci dovrebbe essere una conferma quasi integrale della giunta precedente con Raffaele Del Giudice vice sindaco, nonostante la mancata presentazione della sua lista Solo Napoli per clamorosi errori, perchè squadra che vince non si cambia e potrebbe esserci la nomina anche di un assessore da pescare nel gruppo dirigente del Partito Democratico.
Una mossa a sorpresa, da fine stratega della politica, con il chiaro intento, da parte del sindaco De Magistris di creare una nuova clamorosa spaccatura nel principale partito del centro sinistra italiano, uscito distrutto dalle primarie viziate da regalie di monetine fuori i seggi e dal primo turno elettorale.
Il prescelto potrebbe essere il giovane Marco Sarracino, che fu il terzo incomodo delle primarie che videro protagonisti Antonio Bassolino e Valeria Valente.
Marco Sarracino, proviene da Area Riformista, corrente capitanata dal consigliere regionale Gianluca Daniele che al secondo turno ha sostenuto al ballottaggio Luigi De Magistris.
Che dire poi del magro risultato conseguito dal centro destra partenopeo. Un risultato quello conseguito da Gianni Lettieri, candidato prescelto da Silvio Berlusconi, da testimonianza: con solo il 33,2% dei voti conseguiti al ballottaggio dopo un magro 24,2% al primo turno.
Un centro destra, incapace di presentarsi al corpo elettorale partenopeo, unito e coeso, privo di una leadership più forte e più condivisa di Gianni Lettieri con una classe dirigente inadeguata.

In questa nuova stagione politica, che ci porterà, in meno di due anni, al voto politico, il centro destra nazionale, con Berlusconi ancora leader, vista l'inconsistenza del felpato Salvini, rischia di rimanere fermo al palo, altro che sfratto a Renzi.





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