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In memoria di Roberto Bigliardo, nel decennale della sua scomparsa


(G.p)A Ponza, dieci anni fa, prematuramente moriva Roberto Bigliardo storico dirigente politico del Movimento Sociale Italiano, vicino alla corrente di Pino Rauti. Era stato eletto, per la prima volta, consigliere comunale nel 1973 per il Msi nella sua Acerra, incarico ricoperto fino al 1984. Nel 1995 seguì Pino Rauti nel Movimento Sociale Fiamma Tricolore, di cui divenne vice segretario nazionale. Nel 1999 venne eletto al parlamento europeo per il MS Ft nel collegio elettorale Sud, ricoprendo la carica di membro della commissione per i problemi economici e monetari.
Nel 2001 aderisce ad Alleanza Nazionale, partito per il quale fu candidato alla carica di sindaco di Acerra, divenendo poi capogruppo in consiglio comunale fino al 19 giugno del 2006 data della sua improvvisa scomparsa.
In occasione del decennale della sua scomparsa, il comune di Acerra, ha organizzato domenica 19 giugno un interessante convegno intitolato Acerra apre le porte all'Europa, al quale hanno partecipato, in qualità di relatori storici esponenti del Movimento sociale come gli onorevoli Bruno Esposito, Luciano Schifone e Marcello Taglialatela, Enzo Rivellini, il senatore Vincenzo Nespoli ed infine l'onorevole Ciriaco De Mita, dopo i saluti di rito del sindaco di Acerra, Raffaele Lettieri.


In ricordo di Roberto Bigliardo pubblichiamo in esclusiva per i nostri lettori di fascinazione l'intervento tenuto dall'onorevole Bruno Esposito, domenica mattina presso la sede del consiglio comunale di Acerra.




Quando si commemora un defunto bisogna innanzitutto rispettare le sue idee, la sua vita, le sue azioni.
Per questo motivo non ho partecipato ad analoghe iniziative fatte in favore di un'altra importante e molto significativa personalità della mia vita: Pino Rauti, nel senso che le celebrazioni si sono svolte in un clima melenso e buonista teso a presentare una persona del tutto diversa dalla realtà
Rauti infatti fu grande pensatore, un teorico, un "incendiario di anime", come scrisse di lui la Pravda, un ragazzo che a 17 anni scappò di casa per imbracciare le armi in quella che fu la "Repubblica dell'onore" per decine di migliaia di giovanissimi.
Il suo impegno rivoluzionario di tutta la vita gli valse orrende persecuzioni giudiziarie giunte fino alla soglia ed oltre gli 80 anni.
Trasformarlo in un moderato in " uomo delle istituzioni", così com'è avvenuto in più occasioni, non è stato il modo giusto per ricordarlo. Posso capire le figlie svegliate in tenera età di notte quando i poliziotti si recarono ad arrestare il loro giovane padre accusato di strage, le loro vicissitudini di anni ed anni con i compagni e gli amici, le paure per i pericoli della loro stessa vita e la loro volontà di dimostrare che Pino fu (secondo verità) un uomo buono e sensibile, un padre affettuoso.
Ma Pino andava e va ricordato per essere stato un grande rivoluzionario un uomo che venti o trent'anni prima, con la sua grande capacità di studio ed analisi della società nazionale ed internazionale, riuscì ad anticipare gli scenari che si sarebbero poi manifestati.
Non partecipai dunque alle mistificazioni buoniste
Allo stesso modo oggi, intervenendo invece a questa iniziativa del caro Gerardo, non posso non ricordare che Roberto, che di Rauti fu un convintissimo seguace e infaticabile collaboratore, fu sicuramente un bravo politico, preparato ed attento innanzitutto ai problemi della sua città : già da giovanissimo infatti fu consigliere comunale , che fu un uomo vulcanico e poliedrico , uno sportivo, un giornalista ,un musicista , un uomo di mare che progettava addirittura una traversata oceanica solitaria, ma fu soprattutto un fascista (intelligente come scrisse una volta Ciriaco De Mita sul Mattino nel ricordo di tante serate trascorse in discussioni colte insieme a Bruxelles nelle pause dei lavori parlamentari ) ma soprattutto un rivoluzionario ed oggi sarebbe rigorosamente al di fuori del perimetro del "politically correct" al fianco di quelle forze sovraniste , in primis del Front Nazional, fondato da Jean Marie le Pen, di cui fu grande amico , forze che in tutta Europa, criminalizzate con il termine di "populiste", si battono contro l'Europa dei mercati finanziari ,contro l'Europa dei banchieri e degli usurai , che stanno impoverendo il vecchio continente, subendone peraltro l'invasione , quell'Europa nemica degli europei che egli conobbe bene nella sua intensa esperienza di deputato europeo.
Oggi Roberto con la sua vulcanica ed irrefrenabile personalità, sempre nel solco dell'insegnamento di Pino Rauti, sarebbe in prima linea per difendere le ragioni della sua e della nostra Europa, quella dei nostri antenati, della nostra millenaria civiltà.
Credo che così sia giusto ricordare ed onorare Roberto Bigliardo, l’amico di una vita, il camerata Roberto Bigliardo

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