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Andrea Baccarelli(Noi con Salvini) : preso a mazzate dagli antagonisti


(G.p)Andrea Baccarelli capogruppo di Noi con Salvini all'ottavo municipio di Roma, è stato aggredito da alcuni esponenti dei centri sociali romani a margine della contestazione al segretario leghista Matteo Salvini organizzata dai militanti di Sinistra Ecologia e libertà ed esponenti dell'antagonismo romano.
Il collega Daniele Di Mario dalle colonne de Il Tempo, storico quotidiano romano, intervista il consigliere leghista sul brutto episodio di violenza politica di cui è stato vittima.
Intervista che riprendiamo fedelmente 



Colpito e quasi disarcionato dallo scooter con un fascio di manifesti usato come una clava. Davanti agli occhi della moglie al nono mese di gravidanza. Poi la corsa alla polizia, il ricovero al Cto, le dimissioni con una prognosi di dieci giorni. È il racconto choc di un giorno di ordinaria follia alla Montagnola di Andrea Baccarelli, capogruppo di Noi con Salvini nel rosso VIII Municipio, aggredito a margine della contestazione al segretario leghista organizzata dai militanti dei centri sociali vicini a Sel. «La cosa che più mi dispiace - spiega Baccarelli - è che a fare le spese di tutto ciò sia la Montagnola, un quartiere di gente onesta, pacifica e per bene che finirà su tg e giornali per colpa del braccio armato dei centri sociali, di delinquenti organizzati e addestrati».


Baccarelli, ci può raccontare l’aggressione subita?

«Dopo la contestazione a Salvini sono andato a prendere un caffè in un bar di piazza dei Caduti della Montagnola. Ero con mia moglie al nono mese di gravidanza e una sua amica. Alcuni militanti rossi entravano e uscivano dal bar, ci scrutavano».


Un atteggiamento intimidatorio...
«Sì, ma lo fanno sempre. Fin lì tutto normale».


E poi?

«Mi ha telefonato mio fratello, consigliandomi di andare via perché quelli dei centri sociali stavano venendo a piedi verso di noi. Così io sono salito sullo scooter e mia moglie con l’amica mi seguivano in auto. A quel punto è successo di tutto. Un’auto bianca con a bordo quattro persone mi ha affiancato. I quattro, tutti del centro sociale, mi hanno minacciato di morte. Poi l’auto mi ha superato, fermandosi qualche metro più avanti al centro della strada, non molto larga, per bloccarmi. Una ventina di persone sono uscite fuori dai giardini e hanno cominciato a inseguirmi, mi minacciavano, volevano picchiarmi. Io ho accelerato, ho superato tutti tranne due ragazzi che mi aspettavano più avanti. Uno di loro brandiva un fascio di manifesti che ha usato contro di me come una clava, mi ha dato una mazzata sul parabrezza dello scooter rompendolo. Sono vivo per miracolo. Sono riuscito a non perdere l’equilibrio e a scappare nonostante l’auto bianca mi bloccasse la strada, dirigendomi in via Pico della Mirandola dove c’era ancora la polizia che prestava servizio d’ordine per la visita di Salvini al mercato. Ho raccontato tutto al dirigente sporgendo denuncia».


Verso chi?
«Chi mi ha colpito non lo conosco, ma saprei riconoscerlo. Nel gruppo però c’era Amedeo Ciaccheri, l’ho denunciato».


Scusi, chi è?

«Il capogruppo di Sel in Municipio, ricandidato come capolista, uomo di punta degli esponenti di Sel Gianluca Peciola e Andrea Catarci. Un mese fa è stato fermato in auto mentre faceva la ronda attorno a un gazebo organizzato da Noi con Salvini: era insieme a due pregiudicati ed è stato denunciato perché in macchina portava bastoni e altri oggetti atti a offendere. Noi con Salvini candiderà solo persone con carichi pendenti e casellario giudiziale puliti, Sel come farà le liste? Con i picchiatori?».


Ma da voi funziona sempre così?
«Quando c’era An sì. Col Pdl le cose si sono un po’ calmate, ma ora i centri sociali vedono in Salvini il nemico in grado di ricompattarli. Ogni volta che facciamo una manifestazione dev’esserci la polizia che ci protegge, rischiamo continuamente di essere aggrediti».


Dai centri sociali?

«Ad aggredirci sono stati esponenti di Sel e i militanti del centro sociale La Strada della Garbatella, un locale occupato abusivamente che dovrebbe essere sgomberato. Risulta essere anche moroso, abbiamo fatto decine di interrogazioni alle quali nessuno ha mai risposto. Lì dentro si vendono alcolici, si fa ristorazione, ogni weekend si organizzano eventi, si pagano ingresso e consumazioni, d’estate in terrazza c’è anche la braceria. Dovrebbe essere sgomberato invece la giunta Marino gli ha dato un contributo di 400mila euro con procedura d’urgenza per provvedere alla ristrutturazione dopo un incendio».


Peciola e Catarci però parlando di una reazione spontanea dei residenti contro Salvini..
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«Montagnola e i residenti non c’entrano. Sono arrivati con i megafoni e gli striscioni. Di spontaneo non c’era nulla».

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