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Gianfranco de Turris : a Parigi difendono la loro identità noi italiani la stiamo svendendo"

(G.p)Con il voto di domenica 6 dicembre e l'ottimo risultato conseguito dal Front National, guidato da Marine Le Pen, i francesi cercano di difendere la propria identità mentre  noi italiani la buttiamo via.
Parole chiare e dirette, dal sapore amaro, rilasciate nel corso di un'intervista, al collega Antonio Angeli, da Gianfranco de Turris, giornalista e scrittore, profeta del fantasy in Italia, in virtù delle quali, Marine Le Pen è una persona capace di parlare alla gente, interessando dei problemi francesi. Una caratteristica della destra francese, mentre quella italiana, precisa De Turris si è frantumata per colpa di Gianfranco Fini, capace di sfasciare, nel corso degli anni, 4 partiti.


Gianfranco de Turris, in cosa si differenziano la destra francese e quella italiana? 
«Innanzitutto dobbiamo distinguere tra un centrodestra francese, quello di Sarkozy, e la destra estrema della Le Pen. Non dobbiamo dimenticare che il padre di Marine, Jean-Marie Le Pen, ha usato il simbolo del Movimento Sociale, mettendo il tricolore francese nel simbolo della fiamma. Venne in Italia, quando c’era Almirante, e si ispirò alla destra italiana. Loro sono stati sempre un partito minoritario, finché le condizioni non gli hanno consentito un balzo in avanti».

E in Italia? 
«All’inizio degli anni Novanta, dopo Tangentopoli, anche il Movimento Sociale riuscì a conquistare i suoi sindaci, raggiungendo obiettivi che mai nessuno si sarebbe immaginato. Allora tanto in Francia quanto in Italia abbiamo un centrodestra: da una parte Sarkozy e dall’altra Berlusconi, poi c’è la destra destra. Il problema è che in Italia quest’ultima non esiste più: è stata uccisa da Fini, il killer di quattro partiti, il Movimento Sociale, Alleanza Nazionale, il Pdl e Futuro e libertà, ed è stata assorbita dal centrodestra moderato. E ancora ogni tanto il killer della destra risbuca fuori, gli si dà credito, mentre invece dovrebbe nascondersi».

Il Francia la frattura tra padre e figlia non è stata disgregante 
«Certo, perché la frattura è avvenuta all’interno del medesimo partito. È stato un conflitto generazionale, con il padre fisso in certe idee. Ma Jean-Marie Le Pen non ha fondato un altro partito, non ha fatto concorrenza alla formazione che lui stesso aveva creato. Ha protestato, alla fine è stato espulso, ma non si è vendicato per quello che stava facendo la figlia, che ha cercato di svecchiare il Fronte Nazionale ottenendo degli ottimi risultati».

A lei piace come si presenta, politicamente, Marine Le Pen?
«Non saprei dire quali sono i riferimenti culturali delle idee di Marine Le Pen e non saprei se questi sono alti. Ma sa occuparsi dei fatti concreti. Difficile capire dove nasca il suo pensiero, credo che abbia trovato ispirazione nell’ampio parterre di scrittori anticonformisti francesi, che non hanno paura di dire le cose come stanno e sono di diverse estrazioni. Nessuno ha paura di ricevere accuse del tipo: "Ma voi fate il gioco della Le Pen". E non hanno paura di dire come stanno le cose. Alla gente comune non interessano i riferimenti culturali alti, ma i fatti concreti, in Francia, ma io spero, anche, in Italia».

Il terrorismo ha a che fare con il successo della destra francese? 
«Certo, il terrorismo, ma anche la paura di un’immigrazione incontrollata. Il fatto più importante, però, è che per i francesi è fondamentale la difesa dell’identità nazionale. Cosa della quale, a noi italiani, evidentemente, non frega nulla».

«Allora?»
«Loro hanno un forte senso identitario, della loro nazione, storia e cultura. Non vogliono perdere questa identità nel mare magnum europeo. Di fronte a un terrorismo che li ha colpiti profondamente, con centinaia di morti, la Francia ha reagito. Questo è un terrorismo di tipo religioso, che ha la volontà di contrapporsi frontalmente alla religione dominante in Europa e al modo di vivere europeo. Perché noi, per loro, siamo tutti dei debosciati: sentiamo musica, facciamo sport e le donne vanno in giro seminude. La Francia di fronte ha questo ha contrapposto la sua cultura. Noi italiani no, anzi, facciamo il contrario, non teniamo salde le nostre radici romano-cristiane. Come accaduto a Rozzano, noi aboliamo il Natale, per paura di offendere qualcuno».

Che possiamo fare noi italiani?
«Ma niente, nessuno è riuscito a cambiare questo Paese e non ci sta riuscendo nemmeno Renzi. L’Italia è irriformabile».

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