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Azione Nazionale: due “grandi vecchi” per un partito vecchio


(G.p)Sabato 28 novembre presso il Teatro Quirino di Roma si è svolta la prima manifestazione nazionale del movimento politico culturale Azione Nazionale, alle presenza di un migliaio di persone, provenienti da tutta Italia, isole comprese. In questa occasione è stata presentata alla stampa ed all'opinione pubblica la piattaforma programmatica e l'assetto organizzativo del movimento, che raggruppa un nutrito numero di associazioni e liste civiche presenti sul territorio e che ambisce a riunire, sotto un'unica bandiera, la destra diffusa presente nella società, nel mondo delle professioni, nel mondo dell'associazionismo.

Il collega Luca Cirimbilla,dalle colonne del giornale on line l'Ultima ribattuta, con un interessante articolo, che proponiamo per intero, ci descrive i timori che Azione Nazionale abbia dato vita a qualcosa ormai di vecchio e superato, nonostante la presenza della maggior parte dei finiani e degli alemanniani.

 

Ci sono le stesse iniziali, An; ci sono gli stessi “quarantenni” della mozione (respinta) della Fondazione Alleanza Nazionale: i timori che Azione Nazionale avrebbe dato vita a qualcosa di ormai superato c’erano tutti.


A dire il vero al Teatro Quirino di Roma non c’erano Gianfranco Fini e Gianni Alemanno, troppo esposti attualmente per comparire al lancio di un nuovo soggetto politico. Il primo, infatti, è passato alla storia come lo speculatore immobiliare di Montecarlo. L’appartamento ereditato da An – finito prima nella mani di Gianfranco Fini, poi in quelle del cognato Giancarlo Tulliani – venne svenduto nel 2008 da Alleanza Nazionale per soli 300 Mila euro: pochi giorni fa, è stato rivenduto a 1,4 milioni di euro. Un milione in più del prezzo di acquisto. L’immagine di Fini è ormai distrutta e di certo in politica sarebbe creduta da pochissimi superstiti. L’ex sindaco di Roma, invece, potrebbe convergere e finire nel maxi-processo di Mafia Capitale. Nonostante Alemanno sia indagato per corruzione e finanziamenti illeciti e sia caduta l’aggravante di stampo mafioso, rischia di diventare l’attore protagonista insieme a Carminati e Buzzi.
Non c’erano Fini e Alemanno, dunque, ma chi ha partecipato al battesimo di Azione Nazionale ha garantito che i “finiani” e gli “alemanniani” c’erano proprio tutti, o quasi, confermando il ruolo dietro le quinte svolto dai due protagonisti della svolta di Fiuggi nel lontano 1994.
Peccato, perché i temi affrontati alla prima di Azione Nazionale sono stati molto interessanti: guerra all’Isis e non all’Islam, difesa del mondo del lavoro e del ceto medio, dura critica all’Accordo di Partenariato Usa-Ue (Ttip) e difesa dell’unità nazionale e della famiglia. Ma quale credibilità potrà mai avere la nuova sigla con due come Fini ed Alemanno in cabina di regia? Azione Nazionale “è un’associazione culturale, non un partito, e permette per questo il doppio tesseramento” aveva garantito Marco Cerreto, portavoce di Prima l’Italia e membro della direzione nazionale di Fratelli d’Italia.
Proprio con il partito di Giorgia Meloni si è consumato lo strappo: il motivo è stato il ruolo che avrebbe dovuto svolgere la Fondazione Alleanza Nazionale. La mozione dei “quarantenni”, quelli che hanno dato vita ad Azione Nazionale, non era stata approvata. E così ora ci riprovano dando vita ad un altro soggetto politico. E meno male che l’obbiettivo, secondo le loro parole, doveva essere quello di “rendere la destra forte ed unita”.

2 commenti:

  1. Al dire il vero Alemanno c'era; non so dove sia stato l'estensore dell'articolo ma non al Quirino: http://www.strettoweb.com/2015/11/a-roma-il-debutto-di-azione-nazionale-il-nuovo-movimento-di-scopelliti-inno-di-mameli-e-marsigliese-al-teatro-quirino/351507/

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  2. Alemanno c'era ma non era tra i relatori del convegno....

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