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Fondazione An: dopo l'invasione dei militanti di Prati l'assemblea si spacca. Vince l'asse Fdi-Fi-Salvini

"Fondazione An, upgrade definitivo: quelli di Fdi-FI-Salvini hanno vinto di una ventina di voti e si sono tenuti il simbolo. La Russa ha detto che non faranno prigionieri. Quegli altri dicono: "Vabbé, ci abbiamo provato".La sintesi perfetta è di Flavia Perina.
Si è concluso con una conta e con una vittoria di misura l'assemblea della Fondazione di Alleanza nazionale, con il "parlamentino" diviso tra Fratelli d'Italia e l'asse Fini-Alemanno, e i pontieri di Forza Italia (Gasparri-Matteoli) che hanno sostenuto le posizioni di La Russa e Meloni in vista di un nuovo centrodestra allargato, visto che gli alemanniani presenti nel Ncd sono a rischio di traghettamento nel Pd renziano. La due giorni si era aperta con un fuori programma tutto sommato non inatteso.
Sabato pomeriggio un gruppo composto da una quarantina di militanti della sezione del Movimento Sociale Italiano Prati di via Ottaviano 9 sventolando bandiere strappate di Alleanza Nazionale ed al grido di andate a lavorare si è presentato fuori l'hotel Midas di Roma dove erano in corso i lavori dell'assemblea della Fondazione An.
I militanti missini hanno accusato di tradimento ideale e di disimpegno i vertici della fondazione per il mancato intervento dopo l'ordine di sfratto intimato alla storica sezione missina dove militava
Il collega Antonio Rapisarda dalle colonne de Il Tempo, ci racconta la protesta dei giovani militanti della sezione missina di via Ottaviano 9 che promettono battaglia per tutelare l'identità politica e culturale del Msi

Corteo dei militanti da via Ottaviano al Midas
Insulti agli ex colonnelli: "Andate a lavorare"

La bandiera di An - con la dicitura «Alleanza nazionale» strappata e col solo simbolo del Msi in evidenza - scagliata contro i «colonnelli» riuniti nell’Hotel Midas. Le urla, i «verdoni» (i fac-simile dei 100 euro) lanciati in aria e il coro: «La nostra fede non va tradita, mercenari!». La protesta dei militanti della sezione Msi di via Ottaviano - la storica sede missina in questi giorni a rischio sfratto - arriva fin dove vuole arrivare: alle porte dell’hotel dove la destra politica in diaspora cerca una difficile ricomposizione. Protagonisti della contestazione un centinanio di esponenti della sezione insieme a una delegazione di Forza Nuova. Motivo della «visita» la denuncia dell’abbandono al suo destino di uno dei luoghi simbolo della militanza a destra da parte del board della Fondazione: «Protestiamo contro questa falsa dirigenza politica che pensa solo ai soldi e non a un patrimonio ideale per cui sono morte tante persone» attacca Alfredo Iorio, responsabile di via Ottaviano. Per colpa «dell’incuranza dell’ente» infatti la sede rischia in queste giorni non solo lo sgombero ma addirittura l’affronto: diventare, cioè, «un b&b per il Giubileo».
«NON CE NE ANDREMO MAI» -Ad animare la prima giornata dell’Assemblea della Fondazione An è quello che accade all’esterno. Una rabbia che si è fermata ai cori, all’invettiva e a qualche spintone ma che testimonia la tensione che il dibattito sul «bottino» della Fondazione ha scatenato tra la base dei militanti, anche giovanissimi. Il Tempo ha seguito la giornata dei contestatori fin dal primo pomeriggio. Alle 15 - stesso orario dell’inizio dei lavori al Midas - un contraltare scenico ma anche politico si respira all’interno dello scantinato in piena Prati, che dal ’65 è la sezione della «militanza» missina a Roma. Qui è convocato un incontro per rilanciare non solo la «difesa» di quello che viene considerato un sacrario ma anche il progetto politico di questa realtà che intende riappropriarsi dell’eredità del Msi «scippata», a loro avviso, da chi «è impegnato a spartirsi il bottino e a rioccupare uno spazio politico che loro stessi hanno prima abbandonato e poi annichilito». «Da qui non ce ne andremo mai - spiega Iorio - Qui, il 28 febbraio 1975, fu assassinato Mikis Mantakas, militante del Fuan. Un centro che da quel giorno è diventato punto di riferimento delle realtà militanti oltre che luogo della testimonianza». Pochi giorni fa c’è stato un tentativo di sgombero, respinto dai militanti che hanno invocato l’interessamento della Fondazione che, da parte sua, ha deliberato durante un Cda di prendere in considerazione la situazione. Scelta ritenuta insufficiente da parte dei militanti di via Ottaviano: «La Fondazione è troppo impegnata nella spartizione del patrimonio del Msi per poter intervenire a difesa di via Ottaviano 9 e di tutte le sedi lasciate all’abbandono».
«TUTTI AL MIDAS» - C’è una bandiera di An sul tavolo delle riunioni della sezione: da un lato la porzione intatta con il simbolo del Msi, dall’altra mucchi di banconte a ricoprire «Alleanza nazionale»: «Questo patrimonio fatto col sangue e i sacrifici non può finire al centro delle logiche del potere», spiega il responsabile. L’obiettivo è chiaro: l’assemblea della Fondazione. «È arrivata la resa dei conti. Andiamo al Midas», decidono. E la resa dei conti arriva alle 18. Presi di sorpresa i participanti dell’assemblea all’arrivo della contestazione. I lavori si interrompono, c’è chi dice «io ero lì quel giorno quando uccisero Mantakas» e c’è chi vorrebbe uscire a parlare con i manifestanti. Non si arriva però a nessuna mediazione: i militanti di via Ottaviano alla fine se ne vanno. Ma promettono che la battaglia per tutelare l’indentità del Msi «è appena iniziata

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