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La ricetta Meloni: "Insieme contro il nulla renzista"


(Gp) Prove tecniche di fine della diaspora a destra e ricostruzione di un altro centro.  Con questi nobili obiettivi questa mattina si è alzato  il sipario su Atreju, la tradizionale manifestazione «prepolitica» organizzata ogni anno da Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia.
La kermesse, nata nel 1998 e giunta alla diciottesima edizione, diventa anno maggiorenne, si svolge alle Officine Farneto, spazio polifunzionale del Foro Italico di Roma. Nuovo anche il format. Finalmente si punterà sulle competenze e non sulla semplice ed esclusiva appartenenza di partito, anche se è lampante che l'orizzonte è quello di una nuova destra immaginata da Giorgia Meloni.
Massimiliano Scalfi dalle colonne de il Giornale ci descrive la ricetta di Giorgia Meloni contro il nulla renzista.
 
 
La ricetta Meloni: "Insieme contro il nulla renzista"
La leader di Fratelli d'Italia inaugura la kermesse e punta sull'unità della coalizione

Da una parte «il nulla del renzismo» al potere. Dall'altra un centrodestra spaccato e trasformato.
«Dal novembre 2011, cioè dalla caduta del governo Berlusconi, Atreju è l'unica cosa rimasta intatta nella destra italiana», dice sconsolata Giorgia Meloni, che proprio dalla festa di Fdi (da oggi a domenica alle Officine Farneto a Roma) vuole ripartire per «mettere insieme quelli che si riconoscono in determinanti valori». Niente bandiere, non è il caso: «Non esporremo insegne di partito perché il tema oggi è ricomporre la diaspora».
E per «riaggregare», spiega la leader dei Fratelli d'Italia, occorre «un progetto fresco e credibile». Le Regionali hanno confermato che «il centrodestra unito è competitivo e che serve un modello che suggestioni tutti coloro che non vogliono morire renziani: è importante trovare un terreno comune al di là degli accordi di vertice». Insomma, insiste, «non si deve partire dalla lista ma dal modello».
Proprio la ricostruzione della destra sarà al centro di tre interviste. La prima, ad opera del direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti, stasera alle 18.30 a Roberto Maroni, in rappresentanza della Lega. Domani alle 18 invece tocca al presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi, incalzato da Nicola Porro, mentre domenica a mezzogiorno sarà la volta della stessa Giorgia Meloni rispondere alla domande di Paolo Del Debbio.
La sfida è a Renzi ma il format di Atreju, giunto alla diciottesima edizione, si rifà alla Lepolda renziana. Il titolo della kermesse quest'anno è Terra nostra , intesa come «identità politica e appartenenza alla nazione e all'Europa». Tanti i dibattiti politici con «l'intero arco parlamentare». Oggi alle 19.30, ad esempio, a parlare di «Europa 2015, viaggio al termine della notte. L'immigrazione, l'economia, il governo del continente» ci saranno il ministro della Difesa Roberta Pinotti, Ignazio La Russa, Fdi, e il capogruppo di Fi alla Camera Renato Brunetta. Domani mattina al confronto «Italia 2015: alla ricerca del tempo perduto. Identità smarrita, sovranità svenduta, solidarietà negata», moderato dal direttore de Il Tempo Gian Marco Chiocci interverranno il governatore della Liguria Giovanni Toti (Fi), Fabio Rampelli, capogruppo alla Camera Fdi, Matteo Orfini, presidente Pd, Nicola Fratoianni, coordinatore nazionale Sel e Gaetano Quagliariello coordinatore nazionale Ncd.
Non solo politica. Ci saranno le storie delle persone normali: il pescatore, il gioielliere, l'agricoltore, il benzinaio. Le recensioni di libri, con quattro appuntamenti. Il teatro. La cucina, con la lezione show di Filippo La Mantia. Il cinema. E sabato sera un recital di Enrico Ruggeri che canterà le proprie canzoni alternandole a monologhi. Il Premio Atreju 2015 andrà infine al cantautore Giovanni Lindo Ferretti, al regista Pupi Avati, al direttore del Museo Lamborghini Fabio Lamborghini e allo stesso Enrico Ruggeri

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