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Salvini: "Manderemo a casa Chiamparino. E vinceremo anche a Torino

 
"Noi combatteremo metro per metro, strada per strada, comune per comune, ospedale per ospedale. La sinistra è un fallimento governativo e noi vogliamo mandare il governatore della regione Piemonte, il democratico Chiamparino a casa il prima possibile.
 
Parole chiare e dure quelle lanciate da Matteo Salvini, segretario nazionale della Lega Nord ed aspirante candidato premier ad ipotetiche primarie per la scelta del leader dell'italico centro destra, alla manifestazione organizzata dal Carroccio piemontese davanti al Tar contro la sentenza che ha respinto il ricorso della Lega relativo alle firme false depositate alle ultime elezioni regionali.
 
"Siamo qui perché i piemontesi meritano di meglio, non di essere governati da chi ha fatto le firme false", ha detto Salvini davanti a un centinaio di manifestanti, con alcune bandiere della Lega Nord e del movimento Sovranità, prima gli italiani, costola di Casa Pound Italia.
Camminando lungo il presidio leghista notiamo un manifesto riportante la seguente frase : "Questa è la giustizia del Tar in Piemonte dove vi è disegnata una bilancia che pende dalla parte di Sergio Chiamparino. Sull'altro piatto vi è la cartina della regione Piemonte.
Due pesi e due misure come sempre, afferma Marco, militante della Lega Nord Piemonte della prima ora che indossa la famosa maglietta salviniana con scritto ruspe in azione.
Il militante leghista precisa: se c'è un falso non vedo perché si debba dire che le firme del Pd sono meno false, o forse non lo sono o lo sono un pochino. In Italia esiste lo stato di diritto. Altrimenti ci dicano che il Piemonte è ad appannaggio esclusivo del Partito Democratico e ne prendiamo atto.
 
"Vincere in Piemonte è molto difficile, ricorda Francesca, giovane simpatizzante di Casa Pound Italia anche perché Torino, che è la mia città, è molto chiusa, incrosta, dove esiste uno strisciante razzismo nei confronti degli italiani.
 Parole simile sono state pronunciate, alcuni minuti dopo, da Matteo Salvini nel corso del suo intervento politico nel quale ha infiammato i militanti attaccando la legge Fornero definita con l'appellativo di infame, parlando di lotta senza quartiere all'immigrazione clandestina e di difesa senza se e senza ma, dei cittadini italiani massacrati dalle tasse.
 
(ha collaborato Luigi Cortese)
 
 
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