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Casale San Nicola, la lotta continua:una fiaccolata contro il centro accoglienza

Casale San Nicola, dopo i duri scontri tra residenti in sit- in, militanti di Casa Pound e forze dell'ordine intervenute per scortare il pullmann con a bordo 19 profughi, il presidio, in piedi dallo scorso 5 maggio, si sarebbe spaccato. Da una parte ci sarebbero cittadini che hanno scelto una via del dialogo con la Questura e la Prefettura, da un altra parte ci sarebbe un fronte degli intransigenti, composto da abitanti della zona, sostenuti e sopportati dai militanti di Casa Pound Italia, che dicono no a quella che è per loro, una resa incondizionata. E' di ieri la fiaccolata di quartiere:

Circa duecento persone ieri sera hanno sfilato tra Casale San Nicola e la Cassia per dire no al centro di accoglienza ospitato nell'ex scuola Socrate. Alla fiaccolata, organizzata dal Presidio Casale San Nicola, ha partecipato anche una rappresentanza di residenti dell'Infernetto, il quartiere vicino Ostia dove, due giorni fa, si è scoperto che decine di immigrati egiziani erano stati sistemati in un nuovo sedicente 'centro profughi' senza che la cittadinanza fosse nemmeno avvisata.
"Anche noi residenti di Casale San Nicola siamo pronti a scendere in piazza con loro - ha detto Andreia Ruggeri, portavoce del Presidio - per difendere il loro quartiere come il nostro e l'intera città dalla prepotenza e dall'abuso di potere di chi pensa di poter di poterne disporre a piacimento nell'ignavia di chi lì abita".
"Con la fiaccolata di ieri sera il Presidio di Casale San Nicola ha dato un messaggio preciso: i romani non si arrendono. Sono passati pochi giorni dall'avvio del tavolo con prefettura e questura avviato dal Comitato spontaneo Casale San Nicola e le promesse sono già state disattese: nella strada, priva di illuminazione che porta alla Socrate, gli immigrati passeggiano senza protezione, e camionette della polizia se ne sono viste solo per controllare la pacifica manifestazione di noi residenti. Non abbiamo alcuna intenzione di farci prendere in giro e la presenza alla fiaccolata di tanti residenti della Storta e dell'Infernetto è la dimostrazione che a Casale San Nicola non siamo soli: è la città intera che si ribella alle manganellate del prefetto".
Alla manifestazione ha partecipato anche il senatore Francesco Aracri, che ha spiegato: "Sono dalla parte di quegli italiani che vedono i loro diritti calpestati da un governo che li considera cittadini di serie B".

La collega Sara Mechelli, di Roma Today, ci racconta cosa sta succedendo a Casal San Nicola, con un dettagliato articolo che proponiamo nella sua interezza.

Casale San Nicola, Presidio spaccato: rimane il fronte degli intransigenti

Una parte del quartiere che si oppone al centro di accoglienza contraria alla trattativa con la Prefettura: "Proseguiremo nostra battaglia di giustizia sociale". Resta anche Casapound
Cinquantotto i migranti attualmente ospitati nella ex scuola Socrate: fuori dalla struttura le forze dell'ordine, in un piazzale polveroso adiacente il "campo profughi per italiani" con le tende delle famiglie in emergenza abitativa che attendono che qualcosa - anche per loro - si muova.
Qualche chilometro più in la, proprio all'ingresso di Casale San Nicola, il gazebo del Presidio anche oggi animato dai residenti della zona che proprio non ci stanno ad arrendersi all'idea, non tanto che il loro comprensorio possa ospitare dei richiedenti asilo, ma che sia stato aperto un centro di accoglienza "nonostante - dicono - non tutto, come ampiamente dimostrato, fosse così limpido".
Dopo i duri scontri di venerdì scorso tra residenti in siti-in, militanti di Caspound e forze dell'ordine intervenute per scortare il primo pullman con a bordo 19 profughi, il Presidio - in piedi dallo scorso 5 maggio - si è spaccato: da una parte coloro che hanno scelto la via morbida del dialogo con Questura e Prefettura e che hanno dato il benservito ai giovani di via Napoleone III che pure hanno avuto al loro fianco per tre mesi giorno notte; dall'altra il fronte degli intransigenti che dice no "a quella che è una resa incondizionata".
"Continueremo la nostra protesta e le nostre battaglie di legalità. Ne facciamo come sempre un discorso di giustizia sociale" - ha spiegato Andreia Ruggeri, portavoce di quella parte di abitanti che si è riorganizzata e che punta a mantenere in piedi il presidio.
"Vogliamo esprimere la nostra ferma contrarietà a questa situazione che - ha proseguito - non è di accoglienza ma di business".
Nel piazzale di Casale San Nicola anche una nutrita rappresentanza di Casapound, un appoggio che il fronte degli intransigenti non intende rinnegare affatto: "Questi ragazzi - ha detto Ruggeri - sono stati con noi, camminando al nostro fianco per 80 giorni. Qualsiasi forza politica lo faccia in modo fattivo e concreto, non solo con le parole, è la benvenuta".
E infatti le 'tartarughe' di via Napoleone III non intendono affatto allontanarsi dal feudo di Roma Nord: "Sosteniamo e supportiamo la popolazione che lotta per difendere il proprio territorio e i propri diritti. Coloro che hanno preso le distanze da noi sono gli stessi he hanno accettato trattativa, del tutto presunta, con il Prefetto: di fatto una resa incondizionata che prevede l'arrivo dei profughi senza alcuna opposizione. Noi - ha detto a RomaToday Davide Di Stefano, dirigente di Cpi - rimaniamo con una buona parte di residenti, quella che non smette di lottare".
Intanto anche questa parte del Presidio chiede garanzie su sicurezza della zona e certezza circa il numero definitivo di migranti nella ex Socrate. Da conoscere poi anche le tempistiche di permanenza dei profughi nel quartiere, "vogliamo almeno sapere - dicono - per quanto tempo il centro di accoglienza sarà attivo".
Fonte: Romanord/romatoday


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