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Lo scontro interno all'Ugl finisce in rissa e la Polverini se la prende con CasaPound (che non c'azzecca)

di Giuseppe Parente
Botteghe Oscure, Roma. E’ il nome di una strada dell’Urbe, dove vi era la storica sede nazionale del Partito Comunista Italiano diventato poi Partito Democratico della Sinistra, poi Democratici di Sinistra ed infine Partito Democratico. Oggi al posto della storica direzione nazionale del principale partito della sinistra italiana vi è un supermercato, attivo sette giorni su sette. Ma la politica non è scomparsa da questa strada della città eterna. Infatti a via delle Botteghe Oscure vi è la direzione nazionale di un sindacato di centro destra, di provenienza ex missino, ex Cisnal. Il suo nome è Unione Generale del Lavoro. La sigla Ugl è familiare agli appassionati di trasmissioni politiche televisive, da Santoro a Floris, passando per Mentana e finendo per Paragone, perché rimanda a Renata Polverini, catapultata nei salotti televisivi, in primis Ballarò in quanto prima donna segretaria nazionale di un sindacato.
Uno strano sindacato, di cui non è dato sapere il numero degli iscritti. Quando l’italica destra era al governo della nazione, si vaneggiava di 2 milioni di iscritti, ma nella realtà saranno poche centinaia di migliaia. Una vetrina comunque prestigiosa per Renata Polverini che dal sindacato passa ben presto alla politica. Infatti il 16 dicembre del 2009 viene ufficializzata la sua candidatura a Presidente della Regione Lazio nelle file del Popolo delle Libertà per le elezioni regionali previste nella primavera del 2010.
La Polverini fu appoggiata anche dall'UDC, dalla Destra, e da una lista civica del governatore. Per via dell'esclusione delle liste del Popolo delle Libertà dalle elezioni nel Lazio, relativamente alla sola Provincia di Roma, a cui seguono ricorsi all'Ufficio Elettorale, al TAR e al Consiglio di Stato, quest'ultimo il 20 marzo ne sancisce la definitiva esclusione il Pdl decide di invitare i propri elettori a far convergere i voti sulla lista civica di Renata Polverini. Dopo uno spoglio che la vide protagonista di un appassionato testa a testa con la candidata del centrosinistra Emma Bonino, il 30 marzo Renata Polverini vince la corsa alla presidenza della Regione Lazio con il 51,14% dei consensi contro il 48,32% della leader radicale.
Nel 2012, in seguito a un esposto presentato dal consigliere regionale Francesco Battistoni, un'inchiesta della magistratura riguardante il consigliere regionale Franco Fiorito porta alla luce un sistema di notevoli fondi elargiti ai membri del Consiglio della regione Lazio, usati spesso per finalità non concernenti l'attività politica del gruppo ma per scopi squisitamente privati. La Polverini minacciò le proprie dimissioni nel caso non fossero apportati, in un periodo di forte crisi economica, dei tagli drastici e immediati a un tale sistema di elargizioni così copioso e poco trasparente, presentate il 27 settembre 2012. Ora Renata Polverini è deputata, milita in Forza Italia, dell’Ugl abbiamo notizie leggendo articoli di cronaca, perché protagonista di inchieste giudiziarie e frequenti risse. Dall’ultimo bollettino, diramato da Botteghe Oscure, siamo venuti a conoscenza che un dirigente sindacale è finito in ospedale e che c’è stata una conferenza stampa convocata e poi contrastata. La sede nazionale del sindacato è stato presidiata. Tutto questo perché il sindacato, ha bisogno di un nuovo segretario regionale.
Il successore di Renata Polverini fu l’irpino Giovanni Centrella, fino al 15 aprile 2014, quando la Guardia di Finanza perquisì la sede nazionale del sindacato UGL, contestando al segretario nazionale il reato di associazione a delinquere finalizzata all'appropriazione indebita aggravata 2010. A seguito di queste vicende giudiziarie Centrella si dimise lo scorso 28 luglio ed il consiglio nazionale dell'Ugl elesse al suo posto Geremia Mancini, il cui mandato dura poco più di 2 mesi, sostituito pro tempore da Muscarella.
Infatti il 29 ottobre, a Montesilvano, in provincia di Pescara, va in scena la disfida tra Salvatore Muscarella e Paolo Capone. Finisce a botte, con la polizia costretta ad intervenire. L’elezione di Capone viene contestata dalla minoranza. Il 5 febbraio, il tribunale di Roma annulla la vittoria di Capone, con effetto immediato. L’Unione Generale del lavoro, unico sindacato di centro destra è senza segretario, e non sa come gestire il Consiglio Nazionale da organizzare per eleggere il terzo segretario in meno di un anno. Nascono domande spontanee, ma di difficile interpretazione: comanda l’uscente Muscarella? Il vice Serafino Ceabras? O Capone sostenuto dalla Polverini può gestire il voto? Le due fazioni non giungono ad un accordo. Al gruppo di Muscarella, nella giornata di lunedì 9 febbraio viene sbarrato il porto della direzione nazionale. La versione di Malcotti, dirigente vicino a Capone, curato all’ospedale San Giovanni. Lui si trovava fuori alla sede dell’Ugl quando è arrivato un gruppo composto da una cinquantina di persone, che volevano entrare, con prepotenza, nella sede, ed è stato aggredito, spintonato ed infine buttato a terra. Alcuni aggressori appartengono ad una minoranza del sindacato, altri a detta di Malcotti, non c’entrano nulla con il sindacato e volevano entrare in sede in quanto c’erano una conferenza stampa. Renata Polverini ha dichiarato :l’assalto è stato fatto da alcuni componenti di Casa Pound, si tratta di un episodio gravissimo”.
Immediata la risposta di Casa Pound che, in una dichiarazione alla stampa rilasciata da Andrea Antonini, vicepresidente di Casa Pound Italia e Rsa Ugl afferma che: “La dichiarazione di Renata Polverini circa il fatto che Casa Pound avrebbe ‘assaltato’ la sede dell’Ugl è totalmente destituita di fondamento e la deputata di Forza Italia dovrà risponderne presso le autorità competenti. Per quanto ci risulta, precisa Antonini, i momenti di tensione di oggi, la cui portata pare peraltro essere stata esagerata, sono unicamente frutto di dinamiche interne al sindacato con cui Casa Pound nulla ha a che vedere”.

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