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Ancora a proposito di Freda, Izzo e di una bufala sulla stagione delle stragi mafiose

Dalla pagina facebook Years of Lead
CHIARIMENTI SU IZZO-FREDA e STRAGE DEI GEORGOFILI a seguito dell'articolo gentilmente ospitato da Ugo Maria Tassinari su Fascinazione.
Un altro protagonista delle vicende della destra italiana e con un passato di militanza a San Babila con una telefonata condivide il suo punto di vista sull’uso dei pentiti in Italia.
“Quando Ferri e Freda erano detenuti per il Fronte Nazionale, o meglio quando erano agli arresti domiciliary, sono stati interrogati dalla digos perché il solito pentito (non sappiamo nemmeno chi sia) aveva riferito che Freda e Ferri e quindi il Fronte Nazionale erano i responsabili della strage in via dei Georgofili a Firenze. Capisci a che punto siamo arrivati con la gestione dei pentiti? Naturalmente poi la cosa non ha avuto alcun seguito. Per quanto riguarda i pentiti potrei scrivere un volume sulle loro menzogne”. Il medesimo fa inoltre notare le sue forti perplessita’ che sia stato Freda a “sdoganare” Izzo. E afferma: “Non e’ mio costume intervenire in conversazioni pubbliche, ma ho letto la vosta convesrazione in facebbok relativa a questo problema dello sdoganamento di Izzo e avevo dei grossi dubbi, perché ricordavo bene chi, invece, davanti a me, inneggiava a Izzo in quanto capace di accelerare il kali-yuga. Tesi delirante che mi aveva fatto reagire violentemente”.
Freda, alla notizia secondo la quale sua sarebbe la responsabilità dello “sdoganamento”, si è fatto una crassa risata e quando gli e’ stato fatto notare che lui avrebbe sostenuto che Izzo era al di là del bene e del male, ovvero in pieno nichilismo, ha risposto che allora lui diceva, invece e non a torto, che era molto al di qua del bene e del male.
Nicola Guerra
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In realtà nulla è più inedito della carta stampata
Dal capitolo 27 di Fascisteria (2011, 1a ed.)
La scelta degli zingari come bersaglio rispecchia la “scala di intolleranza” degli ita­liani (che vede al primo posto nomadi e drogati) e rivela per altro un attento lavorio di intelligence: a dicembre, infatti, si sono compiuti e forma­lizzati due di­stinti processi di aggregazione nell’ala più xe­nofoba e ra­dicale dell’e­strema destra politica. Da un lato il Veneto Front Skinhead, i milanesi di Azione Skinhead e i ro­mani di Mo­vimento politico hanno dato vita all’associazione Skinhead d’Italia. Dal­l’al­tro Freda, in­sieme a 49 fedelissimi, ha fondato il Fronte nazionale, col dichiarato scopo di perseguire la “cacciata degli allogeni”. Le due formazioni – per le teste pensanti della nuova campagna terroristica – po­treb­bero costituire un ottimo catalizzatore: e infatti i frequenti episodi di vio­lenza raz­ziale saranno sistematicamente attribuiti al movi­mento skin an­che se solo in qualche occasione è effettivamente opera di militanti neofasci­sti. Sulla spen­dibi­lità del nome di Freda – e del suo braccio destro Cesare Ferri, perseguito per anni come autore della strage di Brescia – come ispiratore di una nuova sta­gione terroristica, qualche vecchia volpe dei ser­vizi segreti deve averci fatto un pensierino. Un paio di anni dopo, mentre infuria la nuova stagione dello stragi­smo (da via Fauro a via Palestro), c’è un tentativo grottesco di accollare al­l’ideologo nero – arrestato per le atti­vità del Fronte nazionale – la responsabi­lità dell’ultima strage: uno spaccia­tore di eroina, de­tenuto come Freda nel carcere di Vicenza, racconta ai giudici di aver ricevuto confi­denze dal leader neofasci­sta. Avrebbe orga­nizzato lui l’attentato contro il Padiglione di arte contemporanea a Milano (cinque morti nella notte tra il 27 e il 28 luglio 1993). La cosa si rivela ben presto una colossale bu­fala. Il detenuto non ha mai incontrato Freda, che gli spacciatori li manderebbe nei lager. Il leader del Fronte nazionale non intende compromettersi di nuovo coi “giochi di guerra”. È già stato bruciato in gioventù dal­l’intelli­genza luciferina: l’ambizione di piegare i servizi segreti (con cui per qual­che anno ha fornicato) al proprio progetto politico gli è costata 12 anni di carcere. Eppure Freda ha continuato a difendere pub­blicamente quella scelta politicamente suicida (e sudicia, sottolineano i mili­tanti della suc­cessiva genera­zione dello spontanei­smo armato), confermando “il convin­cimento che il Giannettini, del cui idealismo non ho mai dubitato, si proponesse di persuadere settori al vertice delle forze armate italiane delle sue tesi geo­poitiche (anti–NATO e filorusse) e che per que­sto, per avere periodici con­tatti con loro come ‘consigliere’ politico non richie­sto recitasse la parte dell’informatore” “Al contra­rio – osserverà Prov­visionato – furono i servizi segreti a “mettere il cap­pello” sul partito del golpe che, pur re­stando al suo interno diviso tra un’ala oltran­zista e l’altra meno in­transi­gente, diventerà da quel momento lo strumento privilegiato per ogni azione in­nominabile che avverrà in Italia. Proprio a cominciare dalla strage di piazza Fontana”Di quell’errore di gioventù Freda porta un segno nelle carni: le ferite subite in un’ag­gressione nel carcere di Novara.

7 commenti:

  1. Grazie; se non sbaglio Guerra e' quello de "Le SS Italiane" o giu' di li' di cui possiedo il pdf, mi interesserebbe molto avere un "insight" nei rapporti tra Izzo e il cd. "neofascismo" ma non trovo molto a parte i preziosi riferimenti su questo blog.
    Volevo anche chiedere se possibile avere una copia di Fascinazione oltre manica
    te ne sarei grato

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  2. Di Fascisteria? Contattami in pvt all'email di contatto del blog

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  3. Non per difendere Freda - che non ha bisogno di alcun avvocato difensore - ma giusto per ri-stabilire la verità "storica" sullo "sdoganamento" di Izzo, nell'area dell'estrema destra: i "brillanti artefici" di quella "operazione" furono un gruppetto Detenuti Politici che iniziarono a scrivere su Quex, la rivista (sic!) che aveva la pretesa di porsi, all'interno, e fuori dal carcere, come una sorta di "manifesto rivoluzionario" diretto ai simpatizzanti di estrema destra. E quando qualcuno, anch'egli in carcere, gli fece notare che il "camerata Izzo", come lo definivano Loro, non aveva niente di "eroico" e di "guerriero" se non il solo fatto di essere un povero Psicopatico malato (... come poi dimostrato dal suo splendido "percorso rivoluzionario"....) e che non si capiva cosa mai Izzo avesse a che fare con Noi... gli fu risposto di "... farsi la sua inutile galera...". La Storia, ahimè, ci ha dato ragione... e molti, troppi, in seguito, hanno raccolto i "frutti" ( leggi: mandati di cattura) di quella splendida operazione "rivoluzionaria"...
    PS: Il tipo che si è fatto "la sua inutile galera" sta ancora aspettando di incontrare il "genio" che pronunciò quelle parole... per ingraziarlo di persona.

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  4. Ringrazio Enrico Caruso e gli do il benvenuto tra i lettori di Fascinazione. La sua testimonianza conferma infatti la mia ipotesi: essere stato Freda l'unico, con Concutelli, a prendere le distanze da quella autentica fetenzia umana che era Izzo.

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    1. Grazie per il benvenuto e confermo in pieno la tua "ipotesi" confermata dalla mia testimonianza, anche per Concutelli...

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  5. Salve, mi pare però che il comandante Lillo avesse a cuore,almeno in un primo momento,le sorti di quello psicopatico,tanto da "fargli da fratello maggiore" (parole di Concutelli)...

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